Voto di scambio, il Comune contro gli indagati: a rischio processo l'ex consigliera Ferri

Si costituirà parte civile durante l'udienza preliminare fissata per il prossimo 12 maggio

Voto di scambio, il Comune contro gli indagati: a rischio processo l'ex consigliera Ferri
Voto di scambio, il Comune contro gli indagati: a rischio processo l'ex consigliera Ferri
di Samantha DELL'EDERA
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Giovedì 4 Maggio 2023, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 13:33

«Le condotte gravemente delittuose ascritte agli imputati hanno determinato un clima di insicurezza e sfiducia nelle istituzioni, da parte della cittadinanza e della collettività tutta, con lesione della sfera istituzionale della civica amministrazione». Così si legge nell'atto con il quale la giunta ha approvato la costituzione in parte civile del Comune di Bari nel procedimento penale che vede coinvolte 47 persone con l'accusa anche di voto di scambio.

L'inchiesta

Una inchiesta della Procura che ha portato agli arresti (prima in carcere e poi ai domiciliari) anche della ormai ex consigliere comunale, Francesca Ferri (eletta nel 2019 nella lista Puglia Popolare e dimessasi dal suo ruolo).
Nella relazione del sindaco Antonio Decaro viene ricordata la vicenda che ha portato l'anno scorso ad indagare 47 persone tra cui Francesca Ferri (arrestata con il compagno Filippo Dentamaro). «In particolare si legge nell'istruttoria del Comune - e per quanto interessa più da vicino questa civica amministrazione, alcuni imputati, in concorso fra loro e col comune obiettivo di ottenere attraverso l'illecito mercimonio dei suffragi- l'elezione di uno di loro quale consigliere comunale di Bari alle elezioni amministrative del 26 maggio 2019, offrivano somme di denaro a un imprecisato numero di elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune di Bari».

«Essi continua l'istruttoria - inoltre, si associavano per commettere sistematiche attività delittuose di corruzione elettorale. Infine, due di essi (nella veste rispettivamente di dipendente e datore di lavoro della sanitaria), attraverso l'utilizzo di false buste paga, consentivano di ottenere indebitamente tutti gli emolumenti dovuti dal datore di lavoro per le giornate di assenza del dipendente a causa degli impegni come consigliere comunale di Bari (quando in realtà il dipendente era amministratore della detta sanitaria)».
Da qui la decisione della giunta di procedere con la costituzione di parte civile. «L'attività criminosa di mercimonio di voti per le elezioni amministrative e la corruzione elettorale prosegue l'atto di giunta - paiono decisamente ledere i diritti all'immagine del Comune di Bari, oltre a suscitare allarme e sdegno, rappresentando la negazione dei valori solennemente riconosciuti e tutelati dallo Statuto della Città di Bari».

L'udienza preliminare il 12 maggio

A seguito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dai pm, il gup ha fissato l'udienza preliminare al 12 maggio. «Poiché - continua l'atto - la civica amministrazione intende affermare la propria volontà di perseguire ogni attività criminosa idonea a colpire gli interessi dell'intera collettività di cui è ente esponenziale e di impedire quindi il sorgere e il radicarsi nel proprio territorio di attività delittuose che determinano grave nocumento, sia sotto il profilo dell'immagine della città che del suo sviluppo turistico e delle attività produttive ad essa collegate, appare necessario che il Comune di Bari si costituisca parte civile all'udienza preliminare fissata nel processo penale su descritto».
Si è dato mandato quindi all'avvocato Tommaso Pontassuglia, esperto penalista, di rappresentare l'amministrazione, a causa dell'impossibilità della avvocatura civica di introitare la causa in questione, «vista si legge ancora nell'atto della giunta - la gravità dei capi di imputazione e l'elevato numero di imputati, nonchè per la sussistenza di altri concomitanti e gravosi impegni professionali non espletabili cumulativamente con quello di cui si tratta».

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