Vertenza Brsi, l'azienda diserta il tavolo in Regione. Emiliano: «La crisi non si risolve fuggendo»

A rischio 92 lavoratori over 50

Vertenza Brsi, l'azienda diserta il tavolo in Regione. Emiliano: «La crisi non si risolve fuggendo»
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 04:50

È sempre più nero il futuro dei 92 dipendenti della BRSI, la Business Remote Solutions Italia, di Bitritto. L’azienda aveva provato ad avviare una procedura di licenziamento già ad inizio 2020, poi il Covid aveva messo tutto in pausa. Ora però i proprietari sembrano aver deciso, dopo un anno e mezzo di smart working sembrerebbe diventata necessaria la presenza dei lavoratori in sede. Non quella in cui avevano lavorato in questi anni però, di cui una fonte vicina ci ha comunicato comunque non essere più nella disponibilità dell’azienda. Dall’inizio della pandemia Brsi non ha più pagato il fitto dell’immobile. La sede dal prossimo mese sarà dunque situata a Misterbianco in provincia di Catania. Un’operazione che Riccardo Falcetta segretario barese di UilM ha identificato come «scatole cinesi vuote», una dentro l’altra per arrivare alla fine a non trovare nulla. «L’origine di questa vicenda risale alla prima cessione da parte di Dxc a Solutions30 che creò Brsi. Si sono prestati al gioco della multinazionale americana, dove lavoravano i dipendenti prima – ha spiegato Falcetta -. L’unico obiettivo era quello di portare a morire questa azienda, io lo denunciai nel caso della prima cessione. Si trattava fin da subito di un’operazione fraudolenta». 

L'azienda ha disertato il tavolo in Regione


L’ultimo aggiornamento è di ieri mattina, giorno in cui Brsi, sindacati e Regione Puglia si sarebbero dovuti incontrare. Un tavolo convocato da tempo, finalizzato a mettere assieme tutte le parti interessate. Purtroppo i rappresentati dell’azienda hanno annunciato all’ultimo minuto la loro assenza, «ci hanno detto che saranno disponibili dopo il 16 del mese» ha detto il segretario cittadino di UilM.
«Sono sorpreso e profondamente deluso per la decisione di BRSI di disertare l’odierno tavolo di confronto presso la Regione Puglia», scrive in una durissima nota il Presidente della Regione Michele Emiliano, anche lui ieri mattina presente e pronto a cercare una mediazione. «La crisi non si risolve scappando dalla Puglia e dalle responsabilità di impresa, né spostando a Catania 98 lavoratori pugliesi, bensì ricercando le condizioni di sostenibilità perché le attività rimangano incardinate in Puglia, consolidando gli attuali livelli occupazionali – rilancia Emiliano -.

Invito l’azienda a rivedere le proprie posizioni, a cogliere la disponibilità che ancora oggi i lavoratori ed il sindacato hanno reso a favore della ripresa del negoziato per giungere ad una soluzione condivisa che dia continuità alle attività ed all’occupazione». 

Il futuro di 92 dipendenti over 50. Perlopiù donne


Si tratta di lasciare a casa 92 dipendenti, di cui 75 donne e 17 uomini. Tutti under 50. La proposta pervenuta al momento per chiudere il rapporto di lavoro per coloro i quali non volessero raggiungere la Sicilia è apparsa svilente secondo i sindacati, 25mila euro di indennità da rateizzare in 18 mesi e il pagamento di TFR e mesi di ferie non goduti da ripartire in 5 mesi. «Proposta che abbiamo ascoltato ma non accettato, tanto più senza una garanzia bancaria – commenta Falcetta -. Con quali certezze parlano? Non si sono seduti al tavolo con la regione, a noi chi ci dice che dopo il pagamento della prima rata non spariscano nuovamente». La nota di Emiliano si conclude poi con un appello, «Nelle more, venga tenuto il personale in smart working, si ricorra alla protezione possibile degli ammortizzatori sociali. Sono certo che, col contributo della Task Force regionale per l’occupazione, si potrà giungere ad un accordo ed a determinare i presupposti per il superamento della crisi».

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