Turismo, a Monopoli stagione a rischio. «Manca il personale in bar e hotel»

Turismo, a Monopoli stagione a rischio. «Manca il personale in bar e hotel»
di Alfonso SPAGNULO
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:09

Puglia meta turistica per eccellenza anche in queste festività e in vista della prossima estate. Ma la stagione rischia di essere penalizzata a causa della mancanza di personale in bar e hotel

Una situazione che rischia di mettere in ginocchio la stagione turistica anche a Monopoli, una delle regine dell'ospitalità pugliese. Alle porte di una stagione che arranca a prendere il volo, fra problematiche legate al Covid o nuove perplessità sul perpetrarsi della guerra in Ucraina, un ulteriore problema si pone per gli imprenditori del settore ristorativo, ma anche ricettivo. Spesso non si riesce a stare aperti come si vorrebbe per evidenti carenze di personale. Varie sono le motivazioni che portano a questa situazione che crea difficoltà a chi gestisce ristoranti e bar e, che può portare a danneggiare complessivamente la città, che nei mesi estivi dovrebbe poter mostrare il suo migliore volto.

Personale cercasi


A spiegare cosa sta accadendo è il presidente dell'Associazione operatori centro storico Monopoli, Christian Campanelli, che per prima cosa conferma che questa situazione è reale: «Non si trova personale, ma per diverse ragioni». Una delle prime da non sottovalutare è sicuramente quella dell'aumento delle strutture ricettive e dei ristoranti in città. «I locali e le attività sono praticamente raddoppiati e se prima avevamo 200 dipendenti che si dividevano in 50 strutture, ora ne abbiamo sempre 200 che però vanno divisi per 100 attività dice Campanelli -. Questi numeri giusto per fare un esempio. A questo si aggiunge il fatto che con l'aumento delle case vacanze e delle assunzioni nuove, il dipendente ha più scelta e va verso lavori meno difficili o meno logoranti».


Un secondo fattore da tenere presente è certamente quello del reddito di cittadinanza che porta chi lo percepisce a non accettare lavori sia per non perdere questa opportunità e sia per un fattore di convenienza: perché devo lavorare tante ore se ho un'opzione statale quasi a lavoro zero? Come terzo aspetto valutato dal presidente Campanelli è quello dell'aumento dei catering, molto utilizzati soprattutto nelle masserie del territorio.

I catering che lavorano quasi esclusivamente per eventi come matrimoni o feste hanno bisogno di molto personale e avendo dei costi differenti da un ristorante o bar hanno anche dei metodi di pagamento diversi: «Se una giornata lavorativa di anche 12 ore da un catering viene pagata dai 120 euro ai 150 euro aggiunge Campanelli - fa sì che un lavoratore con 10 di questi extra raggiunge già il suo budget mensile e non si avvicina più ad altri potenziali lavori di barman o cameriere».

Le proposte per superare il problema


Siamo quindi arrivati al paradosso che il lavoro c'è, ma manca il personale. Ma cosa si può fare per invertire la rotta? «Ci sono diverse cose che non funzionano e che andrebbero riviste, ma non sempre tutto dipende dal Comune e parte dallo Stato - spiega Campanelli - Per esempio, non funziona il discorso della disoccupazione. Ci vorrebbero liste aggiornate e che siano visibili agli imprenditori che potrebbero fare proposte a chi non sta lavorando. I mesi di occupazione determinati che poi portano ai conseguenti mesi di disoccupazione, bloccano i lavoratori che non vogliono perdere l'incentivo della disoccupazione legittimo, che però blocca un possibile discorso di occupazione nuova. Le idee per cambiare le cose ci sarebbero anche, ma sono difficili da mettere in atto».
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