I residenti non sopportano il "baccano" e il locale Coopera di Bari è costretto a chiudere battenti a causa di un decreto del tribunale. Ma promette battaglia: aperta una petizione per sostenerci. I nostri legali sono già al lavoro.
«Buonasera amici, oggi non abbiamo buone notizie da darvi. Da questo pomeriggio Coopera sarà chiusa a tempo indeterminato a causa di un sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Bari su richiesta dei residenti che continuano da anni a denunciarci per presunto disturbo alla quiete pubblica». Questo l’incipit di un post sulla pagina Facebook che i gestori del locale Coopera, nel centro storico di Putignano, hanno pubblicato nella giornata dell’altro ieri.
Chi è Coopera
Coopera è una cooperativa di produzione lavoro nata nel marzo del 2017 dall’iniziativa di tre ragazzi proprio di Putignano.
Il rammarico dei gestori
«E’ un provvedimento che ci mette in ginocchio e ci toglie la possibilità di lavorare e portare avanti tutte le iniziative culturali che avevamo in programma per le prossime settimane e mesi all’interno di quelle mura che per noi e per tanti dei nostri avventori sono casa – spiegano -. Questo è solo l’ultimo atto di una vicenda che da anni ci toglie la tranquillità di progettare e lavorare come vorremmo: a più riprese ci siamo resi disponibili con chi ci denuncia a trovare un punto di incontro tra le nostre e le loro esigenze, ma da anni ormai non riusciamo ad avere un confronto che non sia tramite legali. Tantissime sono le denunce pervenuteci negli anni, firmate sempre dai soliti residenti, che sono sempre opposti a noi e alle nostre iniziative, fin dai primi giorni di attività, nel 2017. Ma se per tutti questi anni abbiamo resistito e intendiamo continuare a farlo è perché il supporto ricevuto da sempre dall’intera comunità putignanese e non solo, dai restanti abitanti di corso Garibaldi e del Borgo Antico è enorme. Confidiamo nel lavoro della magistratura nella certezza che quanto prima si possa fare maggiore chiarezza sull’intera vicenda».
La guerra con i residenti
Dicevamo della vera e propria guerra scoppiata tra il locale e i vicini residenti. Nel corso di questi anni è stato un continuo di esposti contro i gestori di Coopera che ancora oggi non riescono a capire il perché di tanto astio nei loro confronti da parte di alcuni cittadini mentre tanti altri sono al loro fianco. E infatti ieri, passato lo sconforto per il sequestro Coopera è tornata ad affilare le armi forte di un sostegno pubblico non indifferente. «Sentiamo la necessità di ringraziarvi tutti e tutte per il vostro supporto e amore – tengono a ribadire -. È bello vedere come tanti negli ultimi cinque anni abbiano vagato tra le nostre stanze sentendosi a casa e come in moltissimi abbiate colto lo spirito che anima tutte le nostre iniziative. Oggi ci sentiamo supportati e spronati a continuare come sempre da tantissimi concittadini, amici e parenti che ci stanno riempiendo di messaggi e affetto in queste ore. E siamo pronti ancora una volta a resistere agli attacchi che da anni la nostra cooperativa subisce da alcuni residenti (spesso in silenzio) e che in qualche modo hanno portato anche a questo provvedimento improvviso. Ora è arrivato il momento di agire. Già da ieri i nostri legali sono a lavoro per cercare di fare chiarezza e per far tornare tutto alla normalità. Ma ora abbiamo bisogno proprio di voi».
La petizione
Infatti i ragazzi hanno deciso di aprire una sorta di petizione che sino a ieri sera riportava oltre 1200 firme di ragazzi che hanno commentato negativamente la chiusura del locale. «Aiutateci a dimostrare l’importanza di spazi di aggregazione come il nostro, aiutateci a raccontare una storia diversa per il nostro centro storico: una storia fatta di voci, risate e vita anziché di silenzio. Se credete che Coopera sia importante come spazio di socialità, confronto e cultura e avete voglia di lasciarci una vostra testimonianza sul “perché”, scriveteci iostoconcoopera@gmail.com». Coopera ha sempre cercato, in questi anni, di cercare un dialogo anche con chi li ha sempre avversati ma inutilmente. Ora si apre un’ennesima pagina, fatta, con ogni probabilità, di carte bollate.