Donna morta carbonizzata: il marito a processo per violenza

Donna morta carbonizzata: il marito a processo per violenza
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Giovedì 2 Novembre 2023, 21:36 - Ultimo aggiornamento: 21:38

Non avrebbe maltrattato solo sua moglie, ma anche le due figlie. Ne è convinto il Tribunale di Bari che ha disposto la riqualificazione giuridica del reato contestato a Vito Passalacqua, accusato di maltrattamenti su sua moglie Michelle Baldassarre, trovata carbonizzata e ferita nelle campagne intorno a Santeramo in Colle lo scorso febbraio. 

Processo con rito abbreviato


Il commercialista andrà dunque a processo – con rito abbreviato - non solo per questo reato, ma anche per le presunte violenze ai danni delle due figlie, che nei mesi scorsi avevano raccontato degli abusi domestici, subiti anche quando erano minorenni, agli inquirenti che indagavano sul caso.

A denunciare l’uomo, nel dicembre 2022, era stata proprio Michelle. Da allora Passalacqua era ai domiciliari, con un permesso di otto ore al giorno per andare a lavorare. 


Erano stati i legali delle figlie della coppia, gli avvocati Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, a chiedere al Tribunale la riqualificazione del reato. Richiesta accolta ieri dalla gup Susanna De Felice. A questo punto i difensori dell’uomo, Maurizio Tolentino e Nicola Lanzolla, avranno tempo fino al 9 novembre per decidere se revocare o meno il rito abbreviato. 

Il giallo della morte


In caso di conferma, il processo si discuterà il 29 novembre a Bari. In caso di revoca, verrà invece fissata una nuova data per l’inizio del dibattimento. La famiglia di Michelle aspetta ancora di sapere cosa sia successo alla donna che si è allontanata da casa lo scorso 9 febbraio ed è stata ritrovata senza vita in campagna con il corpo carbonizzato e un coltello conficcato nel fianco a causa di quello che è stato immediatamente ritenuto un suicidio e per il quale sono state aperte le indagini per istigazione a carico di ignoti.

Le rivelazioni delle figlie


Fino a pochi giorni prima della morte Michelle era stata ospite di una casa protetta in seguito alla denuncia presentata nei confronti del marito. Durante le indagini sono state le due figlie a fare luce su una situazione domestica estremamente difficile. “Mio padre è sempre stato una persona violenta”, ha raccontato una delle due ragazze agli inquirenti. La ragazza ha parlato di “continue vessazioni da lui poste in essere nei miei confronti, di mia madre e di mia sorella”, descrivendo “ceffoni in ogni nostro litigio per qualunque cosa a lui non gradita” e “violenze “orribili” contro la mamma Michelle, “anche in nostra presenza”. 
Un racconto confermato da sua sorella, che ha descritto “episodi di violenza fisica di schiaffi, pugni e verbali umiliazioni”. In un primo momento la difesa di Passalacqua aveva presentato la richiesta di patteggiamento a tre anni e sei mesi di reclusione. 


Anche alla luce delle dichiarazioni rese dalle due ragazze il gup del Tribunale di Bari, Anna De Simone, ha però respinto l’istanza, spiegando che il patteggiamento non può essere accolto perché “non risulta corretta la qualificazione giuridica dei fatti”, dal momento che “la condotta di maltrattamenti viene contestata con riferimento alla sola Michelle Baldassarre e non anche in relazione alle figlie le quali, il 21 e 22 dicembre, risultano pure esse vittime del medesimo reato e della medesima condotta contestata ai danni della loro madre”. Una posizione confermata ufficialmente adesso, con la riqualificazione del reato che il Tribunale ritiene sia stato commesso ai danni di tutte e tre le donne.

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