Guardia di Finanza, nuovo comandante per la stazione navale: arriva D’Aponte. Sancineto saluta la Puglia

Il maggiore Francesco Sancineto
Il maggiore Francesco Sancineto
di Luana PRONTERA
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 21:23 - Ultimo aggiornamento: 21:38

Dopo più di otto anni di intensa attività operativa al comando della Stazione Navale di Bari, il Maggiore della Guardia di Finanza, Francesco Sancineto saluta la Puglia e i suoi uomini per intraprendere un nuovo prestigioso incarico. Al suo posto ci sarà il Tenente Colonnello Davide D’Aponte, da poco rientrato da una missione in Albania quale comandante del nucleo di frontiera marittima della Guardia di Finanza di Durazzo.

Il Generale Armando Franza, comandante del Reparto Operativo Aeronavale della Puglia, in una nota ufficiale, ha espresso gratitudine per «l’impegno straordinario» di Sancineto che «alla guida del reparto ha conseguito brillanti risultati nell’attività di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti e all’immigrazione irregolare» ed ha augurato al suo successore un buon lavoro nello svolgimento del nuovo incarico. Stima e riconoscenza sono stati espressi anche dagli uomini che negli anni sono stati al suo comando. 

Sancineto, nel 2004, venne insignito della medaglia di bronzo al valore civile per aver salvato, da una macchina in fiamme, due delle quattro persone coinvolte in un grave incidente mortale. Nei primi giorni di marzo, assumerà il comando di un reparto costituendo a Capo Miseno, in provincia di Napoli. Si tratta di un reparto di supporto tecnico coordinato del centro navale della Guardia di Finanza di Formia, in provincia di Latina, e che opera sull’intero territorio nazionale. 

Otto anni sono lunghi, qual è stata l’impressione appena è arrivato in Puglia?

«Ricordo ancora oggi il giorno in cui ho lasciato Alghero per trasferirmi a Bari. Era il giugno del 2015 e c’era il sole. Sono rimasto sorpreso dalla disponibilità delle persone, uomini presenti, veloci, precisi. Ero consapevole che sarebbe stato un reparto impegnativo, ma giorno dopo giorno mi sono reso conto che funzionava e funzionava bene. Nel nostro lavoro, il concetto di “corpo” è fondamentale: muoversi in modo coordinato, rispondere prontamente, dedicare sé stessi per una professione che alla fine diventa fratellanza».

La Puglia è una regione geograficamente molto estesa. Quali sono, se ci sono, le maggiori difficoltà nell’esercitare un’azione di polizia nel mare come quella svolta dal reparto aereonavale della Guardia di Finanza?

«Partiamo dal presupposto che il comando della stazione navale di Bari sovrintende le unità navali della Puglia. Stiamo parlando di oltre 900 chilometri di costa che, certamente, non sono pochi. Ci sono circa 400 uomini divisi in diverse sedi dal confine con il Molise fino a Santa Maria di Leuca. Siamo gli unici ad avere compiti di polizia nel mare dopo la dismissione dei mezzi da parte di carabinieri e polizia di stato.

Basterebbe questo quadro per spiegare quanto sia complessa e articolata la nostra attività. Ma come ho detto prima, in questi anni ho ricevuto una disponibilità fuori dal comune. Non solo da parte degli uomini che operano nella centrale ma anche di quelli delle sedi periferiche».

Quali sono stati i maggiori risultati ottenuti in questi anni dal suo “Corpo” di appartenenza?

«Domanda difficile perché non sarebbe semplice riassumere tutto in così poco tempo. Però c’è un’operazione che vale la pena ricordare ed è quella denominata Blu box. Ha avuto inizio il 2 febbraio 2017 quando una telefonata anonima ha informato il centro della stazione navale di Bari di possibili traffici di droga con carichi provenienti dall’Albania. Un allarme che ha dato l’avvio a una complessa attività investigativa nel settore del contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, Direzione Distrettuale Antimafia. I militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e quelli della Stazione Navale di Bari hanno lavorato fianco a fianco, in modo coordinato, ottenendo il sequestro preventivo di beni per un valore di 3,5 milioni di euro e numerosi arresti per reati legati alla produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope oltre al possesso e fabbricazione di documenti falsi. Un’operazione che ha permesso di disvelare l’esistenza di un’associazione criminale a carattere transnazionale finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e che ci ha fatto comprendere che spesso, lavorare insieme».

Tra i vostri compiti c’è quello di contrasto all’immigrazione clandestina. Cos’ha notato in questi anni?

«In linea di massima possiamo parlare di un incremento degli sbarchi. Ovviamente è un fenomeno che deve essere gestito e non sempre è semplice. Siamo militari ma siamo anche uomini. Ci sono famiglie intere con bambini piccolissimi e certe volte è evidente che si tratta di migrazioni obbligate e non volontarie in senso stretto. Il fenomeno andrebbe contrastato con i giusti mezzi ma siamo padri che soccorrono altri padri. Questo non possiamo dimenticarcelo».

Quali sono le emozioni che oggi accompagnano la sua partenza?

«Provo molta tristezza perché, dopo tanti anni si creano legami importanti. Sono stato comandante ma anche collega e amico. Porto con me esperienze irripetibili. Ringrazio il mio generale e il suo encomiabile stacanovismo. Sono orgoglioso dei miei uomini e grato per la stima che mi hanno sempre dimostrato. Il nuovo incarico mi porterà, certamente, nuove soddisfazioni ma non cancellerà nulla di ciò che di bello ho vissuto qui, in questa terra talvolta complessa ma meravigliosa».

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