Scoperto meccanismo per truffare lo Stato: sequestro da 60 milioni di euro

Scoperto meccanismo per truffare lo Stato: sequestro da 60 milioni di euro
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Martedì 10 Ottobre 2023, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 17:07

La Guardia di finanza di Bari ha eseguito un decreto di sequestro preventivo - emesso dal gip del capoluogo pugliese - del valore di 60 milioni di euro nei confronti di un consorzio esercente attività di servizi logistici relativi alla distribuzione delle mercì e di tre società cooperative che operavano nello stesso settore. I 60 milioni sono considerati il profitto di dichiarazioni fraudolente mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (per gli anni di imposta dal 2016 al 2021) e di omesso versamento dell'Iva. Cinque persone risultano indagate pur non essendo state sottoposte a misura: si tratta del 'dominus' del consorzio e dei legali rappresentanti delle cooperative.

«Risparmi a spese dello stato»

«L'attenzione investigativa - spiegano gli inquirenti - è stata focalizzata sulla individuazione di strutturati meccanismi di frode fiscale, che vedono il coinvolgimento di soggetti economici, operanti nei più vari settori commerciali, costituiti nella forma di cooperative, di consorzi o di società di capitali, che presentano una ingente forza lavoro e che fungono da meri 'serbatoì di manodopera». «Questi meccanismi apparentemente legali servono alle grandi catene societarie per risparmiare a spese dello Stato», ha detto il procuratore di Bari, Roberto Rossi: «Con quelle somme ci si possono costruire scuole, ospedali. È un meccanismo che a livello nazionale comporta 10 miliardi di euro di evasione». «Il meccanismo - evidenzia il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa - funziona così: società committenti della grande distribuzione affidano alcuni lavori a consorzi chiamati 'società filtrò che a loro volta li subappaltano a cooperative.

L'ipotesi accusatoria è che il consorzio e le cooperative fossero amministrate dalla stessa persona: i dipendenti risultavano formalmente assunti presso le cooperative ma in realtà facevano direttamente riferimento al consorzio». Questo sistema, poi, consentiva alle cooperative «di fatturare questi servizi alle società filtro per operazioni oggettivamente inesistenti - ha aggiunto Maralfa -. La società-filtro le contabilizzava e poi le portava in detrazione, violando la normativa in materia di appalto di manodopera»

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