Donna incinta scopre una rara cardiopatia: partorisce grazie a un defibrillatore indossabile

Impossibile l’intervento chirurgico per il pericolo tossicità sul feto, parto eccezionale con costante monitoraggio e cardiologi pronti a intervenire

Donna incinta scopre una rara cardiopatia: partorisce grazie a un defibrillatore indossabile
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Lunedì 7 Novembre 2022, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 21:06

All'ottavo mese di gravidanza scopre di essere affetta da una rara cardiopatia ereditaria, a rischio di condurre a morte improvvisa, ma grazie a un defibrillatore indossabile, un giubbottino salvavita da tenere 24 ore su 24, riesce a portare a termine la gravidanza senza problemi.

La diagnosi immediata e il tempestivo intervento degli specialisti del Policlinico di Bari hanno salvato la vita a una donna di 30 anni e al piccolo.

Il trattamento

Un team multidisciplinare ha eseguito dapprima il trattamento cardiaco, per proteggere la mamma, permettendole di portare avanti la gravidanza in totale sicurezza; successivamente è stato effettuato il parto cesareo.

La donna, a seguito di accertamenti fatti durante la gravidanza, aveva ricevuto la diagnosi di una rara sindrome cardiaca, la sindrome del QT lungo, che predispone a cardiopalmo, sincope e morte improvvisa a causa dell'insorgenza di aritmie maligne, come la tachicardia ventricolare e la torsione di punta.

Dopo i primi accertamenti, è stata subito presa in carico dagli ambulatori di alta specializzazione di Gravidanze a rischio (responsabile professoressa Antonella Vimercati) e di Cardiomiopatie e sindromi aritmogene (responsabile professoressa Cinzia Forleo). «La sindrome del QT lungo - spiega il professor Marco Ciccone, direttore dell'Unità operativa complessa Cardiologia Universitaria - è una condizione estremamente rara, 1 su 2500 nati vivi, congenita, caratterizzata dal rischio di andare incontro ad aritmie pericolose per la vita, e che necessita l'impianto di un defibrillatore ma che, nel caso della paziente, era impossibile eseguire, data la condizione di attesa e il rischio di tossicità per il feto».

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