Dal Nodo Verde alle 11 nuove scuole. Dal Parco della Rinascita (se non sarà definanziato) al parco Costa Sud: entro giugno 2024 dovranno partire tutti i cantieri del Pnrr. Lo ha assicurato il sindaco di Bari Antonio Decaro che ieri ha partecipato al convegno “Pnrr: il Factoring quale strumento a supporto delle imprese per favorire lo sviluppo del Paese”, organizzato da Banca Progetto spa e Kredias spa, con il patrocinio di Confindustria Bari-Bat, Confcommercio Bari-BAT e Assifact - Associazione Italiana per il Factoring, e la partecipazione di Appalti Pnrr.
Le opere in cantiere
Il Comune di Bari si prepara già per la fine del 2023 a vedere cantierizzate le prime opere, dal restyling della scuola dell’infanzia Regina Margherita ai primi lotti (il 2 e il 6) del parco Costa Sud. «Questa settimana sono partiti i lavori per il nuovo nido nel Policlinico – ha detto il sindaco – presto partiranno altri cantieri in diverse scuole.
I fondi del Pnrr
Quella del Pnrr sarà secondo Decaro «una svolta, una possibilità concreta di cambiare le condizioni di vita delle nostre comunità». Ma la preoccupazione resta quella di vedere definanziati dei progetti come quello del parco nell’ex Fibronit. «Io nel mio Comune spendevo 40 milioni di euro l’anno, negli anni 2023 – 2026 devo spendere 700 milioni di euro di Pnrr e 300 milioni di euro di Fondi di Coesione. Tutti dicevano che non ce l’avremmo fatta, non è vero. Noi stiamo rispettando i tempi».
«Mi chiedo perché hanno deciso di spostare i soldi dei Comuni? – prosegue il primo cittadino, presidente dell’Anci - Noi vogliamo che venga scritto in un atto ufficiale che le risorse spostate vengano subito rifinanziate. Altrimenti blocchiamo le gare. Se non arrivano le risorse, i Comuni vanno in debito fuori bilancio e si risponde alla Corte dei conti». I Comuni, Bari compreso, stanno andando avanti con le gare, anche per quei progetti per i quali si parla di un definanziamento. «Stiamo facendo pressing sui dirigenti – continua – dicendo la verità, cioè che non c’è un atto ufficiale sulla perdita dei finaziamenti, perché altrimenti le opere non vanno avanti. Siamo spaventati, noi vorremmo la garanzia per quelle risorse. Perché così facendo, diventa difficile portare avanti alcuni cantieri: da un lato c’è un impegno formale nei confronti delle aziende che hanno vinto le gare e dall’altro un impegno che abbiamo preso con i nostri concittadini».
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