Bari, un “ufficio del Processo” per smaltire gli arretrati. «Finalmente si torna ad assumere»: parla il presidente di Corte d'Appello, Cassano

Bari, un “ufficio del Processo” per smaltire gli arretrati. «Finalmente si torna ad assumere»: parla il presidente di Corte d'Appello, Cassano
di Beppe STALLONE
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Giovedì 30 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:55

Sono ancora bene impresse nelle menti di molti le parole che la ministra Marta Cartabia ha pronunciato due giorni fa nella sua visita a Bari, quando ha avuto modo di vedere i luoghi dove si amministra la giustizia e incontrare i responsabili dei vari uffici. Temi fondamentali da lei trattati sono stati: l’edilizia giudiziaria e l’istituendo Ufficio del Processo.
E se sull’aspetto legato all’edilizia, il presidente della Corte d’Appello di Bari, era già intervenuto nel giorno della visita di Cartabia, sull’aspetto dell’Ufficio del Processo lo ha fatto su queste colonne oggi. «Vorremmo - aveva detto sulla nuova cittadella della giustizia - che con la stessa fermezza e con la stessa sinergia, seguendo il metodo della concertazione, si affrontassero ora gli aspetti ancora irrisolti che concernono il tipo di progettazione a compiersi e i suoi ambiti contenutistici. Auspichiamo che al più presto sia reso noto il nuovo cronoprogramma dei lavori, e che avvocati, magistrati e personale amministrativo degli uffici giudiziari siano adeguatamente informati sull’andamento effettivo dei lavori». Ma la visita della ministra non è stata legata solo all’edilizia, per quanto snodo centrale.


Presidente Franco Cassano, la creazione dell’Ufficio del Processo la ritiene un fatto positivo o no?
«Sicuramente implica un assetto diverso da quello attuale a cominciare dal problema degli spazi. Bisognerà capire come verranno distribuiti fra i vari uffici, che sistemazione avranno».


L’istituzione dell’Ufficio comunque implica un cambiamento, che la Ministra Cartabia ha definito epocale.
«Cambierà il modo di lavorare dei magistrati, senza dubbio. Questo personale che verrà immesso potrà svolgere una serie di attività come studiare gli atti, preparare le relazioni, trovare i precedenti, rilevare dati statistici e poi sottoporre tutto al magistrato che provvederà alla stesura delle decisioni».


Tutto questo che effetto avrà sul lavoro del magistrato?
«Farà aumentare la produttività. Sappiamo che il fine è quello di eliminare l’arretrato patologico. Cioè quello superiore ai due anni per quanto riguarda le Corti d’Appello e tre per il primo grado».


E a Bari in Corte d’Appello siamo oltre i due anni quanto ad arretrato?
«No, qui siamo nei 2 anni, quindi nel limite della normalità. L’Ufficio del Processo darà una grossa mano per quanto riguarda l’ordinario e sarà utilizzabile nel settore penale che ha un arretrato patologico».

 

Conosce già come saranno suddivise le 308 unità che faranno parte dell’Ufficio del Processo nel distretto giudiziario di Bari?
«Siamo in attesa di un decreto per capire quanti dei 308 verranno assegnati ai tribunali di Foggia, Trani, Bari e Corte d’Appello di Bari».


Presidente, dato che la Ministra della Giustizia Cartabia ha caricato la creazione di questo Ufficio di una serie di grandi significati - non ultimo quello di un ponte fra generazioni - non le pare contradditorio creare un ponte che durerà solo 2 anni e 7 mesi, cioè quanto previsto dal loro contratto a tempo determinato?
«L’idea, non esplicitata, è quella di riconfermarne altri al loro posto. Cioè l’Ufficio continuerà ad aver personale anche alla fine della scadenza dei contratti. Ci saranno altre persone al loro posto anche per non ingenerare aspettative di stabilizzazione. Certo non sarà semplice per vari motivi, compreso quello della formazione. Ogni volta bisognerà cominciare da capo e sappiamo che non sempre, una volta usciti dalle università, sono subito in grado di scrivere delle relazioni. Poi, altro problema sarà quello di individuare gli spazi e le dotazioni informatiche da fornire loro».


Più in generale, al di là di questi nuovi e prossimi innesti, quale è la situazione del personale nella Corte d’Appello di Bari?
«Finalmente si è tornati ad assumere. Ma, per quanti ne vengono assunti, ce ne sono tanti che vanno via: si tratta di persone che vanno in pensione anticipatamente; altre perché hanno raggiunto i requisiti necessari».


E per quale motivo molti chiedono di andare in quiescenza anticipatamente?
«Non reggono più i ritmi di lavoro. Fra amministrativi e magistrati che vanno in pensione qui in Corte d’Appello, siamo al 30%».


Quanti sono i magistrati in servizio in Corte d’Appello?
«Una sessantina, ma quel 30% si riferisce complessivamente al numero di amministrativi e magistrati in servizio».


Mi sembra di capire che anche solo per i magistrati ci sia una carenza di organico.
«Nel 2020 la pianta organica prevedeva l’innesto di 8 magistrati, ma tutto è rimasto solo sulla carta. Comunque per 20 anni ci sono stati solo pensionamenti senza alcun ricambio. E’ dal 2017 - prima col ministro Orlando, poi con Bonafede e ora con 
Cartabia - che ha avuto inizio un trend diverso».


Presidente, Cartabia l’altro giorno a Bari ha parlato di stanchezza strisciante nella magistratura. Conferma?
«Sì, perché si richiede uno sforzo enorme per rendere efficiente il sistema. C’è uno stato di sofferenza, di stanchezza psicologica, dovuta anche agli scandali. Speriamo che Cartabia abbia visto giusto e che con la carica di entusiasmo, di gusto per il lavoro che queste nuove leve porteranno nell’Ufficio del Processo, si possa rendere la macchina della giustizia più spedita, più semplice e che possa ridare energia vitale».

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