“Scandalo” cateteri al Pediatrico: nuovo blitz, carte sotto la lente

“Scandalo” cateteri al Pediatrico: nuovo blitz, carte sotto la lente
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Martedì 24 Ottobre 2023, 21:15

Non solo le sei morti sospette, tra il 2018 e il 2022, di altrettanti piccoli pazienti transitati dal reparto di cardiochirurgia pediatrica a quello di terapia intensiva a causa dell’assenza di protocolli sanitari «per la gestione delle infezioni ospedaliere». Ora la bufera sanitaria che soffia sul reparto di cardiochirurgia pediatrica del Giovanni XXIII di Bari s’è estesa al cateterismo cardiaco, una procedura mini invasiva - da fare in urgenza e con la presenza di un cardiochirurgo - che può essere utilizzata in neonati e bambini con l’obiettivo di completare il quadro diagnostico della cardiopatia o per la terapia di molte cardiopatie congenite.

Le ispezioni

Lunedì e ieri, il personale del Nirs, il nucleo istituito dal governatore Michele Emiliano e alla cui guida c’è l’avvocato Antonio La Scala, con il supporto dei carabinieri del Nas di Bari (i militari c’erano già stati il 12 e il 13 ottobre scorsi), hanno effettuato un’ispezione nella struttura di via Amendola e fra i corridoi della direzione sanitaria del Policlinico, dal quale il pediatrico dipende, «acquisendo documenti, circolari, lettere e svolgendo audizioni» di medici, infermieri e personale amministrativo.

Al centro dell’inchiesta un esposto, inviato agli ispettori regionali, secondo cui «i protocolli internazionali in materia di intervento col catetere, ad esempio in cardiochirurgia - dove, però, la sala operatoria è stata disattivata -, richiedono la presenza, già in loco, del cardiochirurgo per le complicazioni che ne possono derivare».

La denuncia

E invece, sempre secondo la denuncia, gli interventi in cui una micro cannula viene inserita nei vasi sanguigni che portano al cuore, al cui interno scorre un catetere (tubicino flessibile) che viene posizionato laddove c’è il problema da individuare o da risolvere, e che andrebbero fatti solo in urgenza e, secondo le linee guida della cardiochirurgia pediatrica, con la presenza di un cardiochirurgo, sarebbero invece regolarmente calendarizzati e poi eseguiti al Policlinico, mentre il professionista si trova al Giovanni XXIII. In barba «alla sicurezza dei piccoli pazienti».

Le altre inchieste

E per un’inchiesta, quella relativa ai problemi collegati agli interventi di cardiologia, ancora ai primi passi, ce sono altre due alle battute finali: in primis quella sulle presunte morti sospette dopo gli interventi di cardiochirurgia, il cui reparto, l’unità operativa diretta dal primario Gabriele Scalzo, già finito nel mirino della magistratura dopo una diffida firmata da Leonardo Milella, ex direttore della terapia intensiva dell’ospedaletto, è stato chiuso a gennaio scorso. Su un binario parallelo, poi, viaggia un’altra indagine, quella del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Savina Toscani.

Nove indagati, tra vertici passati e attuali del Policlinico del capoluogo pugliese, per omissione di atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio commessi tra il 2019 e il 2020: secondo l’accusa «non si evince in maniera chiara e univoca» l’esistenza dei protocolli sanitari sull’esecuzione dei tamponi «per la gestione delle infezioni ospedaliere» come quelle che avrebbero causato le sei morti sospette. Un’altra inchiesta riguarda, invece, i dipendenti delle Sanitaservice pugliesi assunti come pulitori, ma in realtà impiegati come amministrativi. Per quest’ultima indagine, il dipartimento regionale Promozione della salute e del benessere animale, «ai fini dello svolgimento delle attività di verifica economico-patrimoniale sui dati rilevati nella contabilità di ciascuna azienda», ha chiesto, fra gli altri, agli amministratori unici di Sanitaservice di fornire una serie di dati. Fra questi «il numero di unità di personale impiegate per ciascun servizio, il monte ore e il relativo costo sostenuto per il lavoro straordinario riferibile a ciascun servizio, l’importo fatturato per ciascun servizio, l’eventuale scostamento rispetto al budget dell’esercizio in corso e l’importo dei costi generali sostenuti». I documenti, oltre ad una relazione per ciascun servizio, dovranno essere inviati entro il 31 ottobre.</CP>

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