A Bari il percorso di transizione verso una corretta raccolta differenziata appare ancora lungo e tortuoso. A confermare l’andamento negativo del capoluogo sono i dati diramati dalla Regione Puglia e relativi ai primi sei mesi del 2021, portati in parallelo con quelli dell’anno precedente.
I dati
Da gennaio a giugno Bari ha totalizzato il 37.52% di rifiuti differenziati, mentre il restante 62.48% è andato a finire nel grande calderone dell’indifferenziato. Il ché, tradotto per esteso, significa 31.789.429 chili di rifiuti differenziati e 52.944.746 chili d’indifferenziato. La produzione di rifiuti differenziati da gennaio a giugno si ferma a 44,43 chili al mese.
Un andamento in negativo anche rispetto allo scorso anno, quando comunque i numeri del capoluogo pugliese non sono stati particolarmente edificanti: a gennaio 2020 si raggiunse il picco di 51.63% di raccolta differenziata, mentre nello stesso mese dell’anno successivo si è raggiunto il 38.12%. Stesso discorso a febbraio: nel 2020 la percentuale di differenziazione fu del 44.22%, scesa a 38.13% dodici mesi più tardi.
Solo nel mese di marzo si è raggiunta una sostanziale parità fra 2020 e 2021: il 44.66 % nel 2020, il 44.2% nel 2021. Aprile 2021, invece, è l’unico mese in cui i cittadini baresi hanno fatto meglio rispetto a un anno prima: il 41.01% contro il 36.22%.
Malissimo, invece, ha fatto la città di Bari fra maggio e giugno di quest’anno: 32.49% (fu 43.05% un anno prima) e 34.59% (40.96% nel 2020).
Numeri bassissimi, quindi, soprattutto se confrontati con quello che accade altrove. Restando in provincia, Altamura da gennaio a giugno 2021 ha totalizzato il 67.32% di raccolta differenziata e appena il 32.68% di indifferenziato. Meglio ancora fa Monopoli, che nello stesso periodo schizza addirittura al 76.84% di rifiuti differenziati; a Putignano la raccolta differenziata si attesta su un netto 76%. Modugno, comune che ospita la maggior parte delle aziende che insistono nella zona industriale di Bari, mette a registro il 73.07% di rifiuti differenziati.
Anche nella provincia nord si mettono a registro numeri di gran lunga migliori rispetto a quelli del capoluogo: la raccolta differenziata si attesta al 71.78% a Molfetta, al 73.73% a Corato, al 71.79% a Giovinazzo.
Il confronto
Impietoso è, inoltre, anche il confronto fra Bari e gli altri capoluoghi pugliesi: a Lecce la raccolta differenziata raggiunge un valore pari al 62.56% (indifferenziata al 37.44%). A Barletta la differenziata da gennaio a giugno 2021 ha fatto registrare un valore del 69.77%, a Trani del 77.76%, ad Andria del 59.5%.
Meglio fa anche Brindisi, città che rimane comunque sotto il 50% di rifiuti differenziati (la percentuale nei primi sei mesi del 2021 è del 45.3%). Peggio di Bari fa soltanto Foggia (città storicamente in ritardo con la raccolta differenziata), che nel periodo preso in esame si ferma ad appena il 31.86%. All’appello dei capoluoghi di provincia manca solo il comune di Taranto, che fino a ora non ha comunicato i dati relativi al 2021.
Bari, infine, accusa un grave ritardo anche nei confronti di altre grandi città italiane. La fondazione indipendente Openpolis ha analizzato i dati della raccolta differenziata nel 2018 relativi alle cinque grandi città che il prossimo ottobre andranno al voto per rinnovare sindaci e consigli comunali. Milano è la capofila con il 58,8%, seguita da Bologna al 51.5%. Al terzo posto figura la città di Torino con con il 46.6%, mentre la “medaglia di legno” va alla capitale: Roma è ferma al 42.9%.
Ultimo posto in questa speciale classifica per Napoli, altra città alle prese con i gravi ritardi nella raccolta differenziata: il capoluogo campano si attesta al 36%.