“Alleniamoci alla speranza”: il progetto che trasforma i detenuti in allenatori di calcio

Tra i cardini del progetto, quello di consentire agli adulti reclusi negli istituti di pena di conseguire il patentino da allenatore

“Alleniamoci alla speranza”: il progetto che trasforma i detenuti in allenatori di calcio
“Alleniamoci alla speranza”: il progetto che trasforma i detenuti in allenatori di calcio
2 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Aprile 2023, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Un progetto pilota che usa il calcio, le sue regole e i suoi ruoli per allenare alla speranza di un futuro nella legalità. Può essere sintetizzata così l'iniziativa presentata oggi nel carcere maschile di Trani destinata al reinserimento sociale dei detenuti e chiamata proprio «Alleniamoci alla speranza».

Due i cardini del progetto.

Il primo: consentire agli adulti reclusi negli istituti di pena di conseguire il patentino da allenatore. Il secondo invece, riguarda i minorenni che potranno indossare calzoncini e scarpini per correre su e giù dietro al pallone.

L'iniziativa

Si tratta di una iniziativa - della durata di un anno - che coinvolge le carceri di Paola (Cosenza), Trani e Bergamo e le strutture per minori di Bari, Roma e Firenze. «Pensiamo che il progetto possa essere utile nella formazione e a dare una mano a chi è in difficoltà», spiega Renzo Ulivieri presidente dell'associazione italiana allenatori calcio e con un passato sulle panchine di squadre come Bologna e Napoli. «I detenuti seguiranno il corso che permetterà di acquisire il titolo di allenatore per poter allenare nel mondo dilettantistico», chiarisce Ulivieri evidenziando che le strutture carcerarie metteranno a disposizione «campi e aule, oltre a chi dovrà frequentare lezioni e allenamenti».

«Nel progetto c'è l'impegno dell'associazione allenatori, della Federazione italiano gioco calcio e della Lega dilettanti che si è impegnata a dare una mano per poter trovare un lavoro» anche «come allenatore in seconda, tanto per cominciare», continua il presidente. L'iniziativa è stata possibile con la collaborazione di Bruna Piarulli, dirigente penitenziario e direttrice dell'Udepe Lecce. «Il progetto rientra nell'ottica della legalità e nell'abbattimento della recidiva», puntualizza Piarulli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA