Sottomarino disperso, cosa è successo? Quaranta ore di ossigeno, i passeggeri e il recupero (impossibile anche per la Nato). Cosa sappiamo

Dramma nell'Atlantico, sul Titan anche padre e figlio

Sommergibile disperso: i due giorni di ossigeno, la corsa contro il tempo e il recupero (quasi impossibile). Cosa sappiamo
Sommergibile disperso: i due giorni di ossigeno, la corsa contro il tempo e il recupero (quasi impossibile). Cosa sappiamo
di Michele Galvani
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Martedì 20 Giugno 2023, 22:09

Il sottomarino disperso, il dramma, le ricerche, il tempo (poco) che resta per salvare le persone. I funzionari della Guardia Costiera stimano che, a partire da ieri pomeriggio, il Titan, il sommergibile disperso nell'Oceano, abbia circa 40 ore di ossigeno rimanenti (alle 20 italiane di martedì), dando poco tempo per trovare la nave e salvare i cinque membri dell'equipaggio a bordo. Lo riporta la Cnn.

Un sommergibile, come il Titan, è un tipo di moto d'acqua, ma presenta alcune differenze fondamentali rispetto al sottomarino più noto.

A differenza dei sottomarini, un sommergibile ha bisogno di una nave madre per lanciarlo. La nave di supporto del Titan era la Polar Prince, un'ex nave rompighiaccio della Guardia Costiera canadese, secondo il comproprietario della nave Horizon Maritime. Un sottomarino può rimanere sott'acqua molto più a lungo, mentre i sommergibili hanno molte meno riserve di potenza, secondo OceanGate, la società che gestisce la spedizione Titan. In genere le immersioni del sommergibile fino al relitto del Titanic di solito durano dalle 10 alle 11 ore. Tra l'altro, una volta individuato il sottomarino, risulterebbe comunque «molto difficile» raggiungerlo, spiegano le autorità locali.

 

Le ricerche

Si fa dunque ora in ora più affannoso lo sforzo dei team di Usa e Canada per salvare le 5 persone a bordo del piccolo sommergibile Titan disperso da ieri nell'Atlantico mentre era sulle tracce del relitto del Titanic, adagiato a 3800 metri di profondità a circa 600 chilometri dalle coste nordamericane di Terranova. Lo confermano citati dalla Bbc i responsabili dei soccorsi, coordinati da Boston: precisando, per bocca dell'ammiraglio John Mauger, della Guardia Costiera Usa, che il primo difficile passo necessario è quello di localizzare il batiscafo in un tratto di mare remoto.

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Ma non senza aggiungere che anche laddove esso fosse individuato in tempi relativamente brevi, occorrerebbe poi «l'expertise» di altri specialisti ad hoc per recuperare le 5 persone a bordo - un pilota francese, tre facoltosi ospiti (due pachistani, uno britannico) nonché il boss americano della società proprietaria dell'imbarcazione subacquea - dagli abissi. I contatti con il Titan sono stati persi da ormai oltre 20 ore, un'ora e 45 minuti dopo la sua immersione in profondità. E agli occupanti già ieri sera non restavano più di 70-96 ore di riserve d'ossigeno. Le ricerche sono condotte dal mare e dal cielo. La Guardia Costiera degli Usa ha messo a disposizione due Hercules C-130, mentre le autorità canadesi contribuiscono con un C-130 e un secondo velivolo P-8: tutti dotati di strumenti sofisticati per la perlustrazione subacquea dall'alto. In mare è stata inoltre dispiegata una rete di sonar, per cercare di cogliere la minima eco del mini sommergibile scomparso nell'oceano.

L'equipaggio

 

Il sistema di soccorso sottomarino della Nato non è in grado di raggiungere le profondità richieste per fornire assistenza nelle ricerche del batiscafo scomparso nell'Atlantico dopo essersi immerso per perlustrare il relitto del Titanic. Lo ha reso noto il ministero della Difesa britannico che sta «continuando a monitorare la situazione» ed è «pronto a mettere a disposizione la sua esperienza».

 

Ma, come si legge in una nota, i sottomarini Nato potrebbero non essere in grado di raggiungere il relitto nell'Oceano perché «le profondità marine superano di gran lunga» quelle in cui si può operare in sicurezza. Un sommergibile della Nato, utilizzato per salvare l'equipaggio di un sottomarino colpito, può operare a 610 metri, mentre un veicolo telecomandato può raggiungere una profondità di 1 chilometro. Il relitto del Titanic si trova a 3.800 metri.

 

Le persone a bordo

Un uomo d'affari britannico e uno pakistano, l'amministratore delegato della società che ha organizzato la missione per la perlustrazione del relitto del Titanic e un esploratore francese. Si ritiene che siano loro, sebbene non ci siano conferme ufficiali, i passeggeri del batiscafo scomparso nell'Oceano Atlantico. Tra loro Hamish Harding, un esploratore e uomo d'affari britannico di 58 anni, presidente della società aeronautica Action Aviation. Ci sono poi l'uomo d'affari pakistano Shahzada Dawood, amministratore del Seti Institute, insieme a suo figlio Suleman. A bordo anche Stockton Rush, l'amministratore delegato di OceanGate, la società che ha organizzato la missione. In base a un suo post su Facebook prima di partire si ritiene che anche l'esploratore francese di 73 anni Paul-Henry Nargeolet sia a bordo. Hamish Harding è un uomo d'affari e avventuriero britannico che vive negli Emirati Arabi Uniti. Possiede una compagnia chiamata Action Aviation che compra e vende aerei, compresi i business jet. È stato lui, domenica, a confermare la sua presenza a bordo del sommergibile.

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Nel giugno del 2022 Harding ha anche partecipato al volo spaziale di Blue Origin ed è stata una delle prime persone a viaggiare nel Challenger Deep nell'Oceano Pacifico, il punto più profondo conosciuto sulla Terra. Sabato Harding ha scritto sui social media che il subacqueo Paul-Henri Nargeolet sarebbe partito con lui per la missione domenica. CBC News ha parlato con Larry Daley, un sommozzatore di St. John's, che ha confermato che Nargeolet faceva parte della spedizione. Nargeolet ha guidato diverse spedizioni sul Titanic e ha supervisionato il recupero di molti manufatti dal relitto, secondo il gruppo E/M, dove era direttore della ricerca subacquea. A bordo del batiscafo c'erano anche l'uomo d'affari pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Sulaiman, secondo una dichiarazione rilasciata oggi dalla famiglia. Shahzada è un amministratore del SetiI Institute, un'organizzazione di ricerca in California, secondo il suo sito web. È anche vicepresidente della Dawood Hercules Corporation, parte del Dawood Group, un conglomerato di varie aziende di proprietà della famiglia.

 

Il sottomarino Nato

Il sistema di soccorso sottomarino della Nato non è in grado di raggiungere le profondità richieste per fornire assistenza nelle ricerche del batiscafo. Lo ha reso noto il ministero della Difesa britannico che sta «continuando a monitorare la situazione» ed è «pronto a mettere a disposizione la sua esperienza». Ma, come si legge in una nota, i sottomarini Nato potrebbero non essere in grado di raggiungere il relitto nell'Oceano perché «le profondità marine superano di gran lunga» quelle in cui si può operare in sicurezza. Un sommergibile della Nato, utilizzato per salvare l'equipaggio di un sottomarino colpito, può operare a 610 metri, mentre un veicolo telecomandato può raggiungere una profondità di 1 chilometro. Il relitto del Titanic si trova a 3.800 metri.

 

Allarme ipotermia

È partita la corsa contro il tempo. Il primo difficile passo è quello di localizzare il batiscafo in un tratto di mare così remoto. E, una volta individuato, sarà necessario anche l'intervento di altri specialisti per recuperare i membri dell'equipaggio. Gli esperti lanciano poi un altro allarme: il rischio di morte per ipotermia è elevatissimo, dato che nelle profondità dell'oceano - parliamo di quasi 3mila metri - le temperature sono vicine allo zero.  

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