Renzi: «Siamo sotto attacco», Guidi e Boschi dai pm. Emiliano: «Puglia contraria a Tempa Rossa»

Matteo Renzi alla scuola di formazione politica del Pd
Matteo Renzi alla scuola di formazione politica del Pd
2 Minuti di Lettura
Sabato 2 Aprile 2016, 21:24 - Ultimo aggiornamento: 21:49
«Siamo in un momento di attacco politico» e quindi in questi giorni dobbiamo avere un «doppio registro: da un lato dobbiamo continuare a parlare di ciò che serve ma contemporaneamente a chi ci attacca dobbiamo essere pronti a replicare passo passo, punto punto». Lo afferma il premier, Matteo Renzi intervenendo sull'inchiesta sul petrolio in Basilicata che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.
Nelle prossime ore intanto i pm di Potenza andranno a Roma dove ascolteranno non solo Federica Guidi ma anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

La Procura di Potenza, inoltre, presenterà appello contro il rigetto da parte del gip della richiesta di arresto per Gianluca Gemelli, compagno del ministro Guidi, indagato per concorso in corruzione e per millantato credito nell'ambito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata.

Due giorni dopo essersi dimessa dall'incarico, l'ex ministro ha voluto fornire la sua versione della vicenda che l'ha travolta, ovvero l'intercettazione in cui assicurava al compagno Gianluca Gemelli il passaggio di un emendamento alla legge di Stabilità che andava incontro ai suoi interessi imprenditoriali, in cui è finita con l'essere coinvolta Boschi ("Anche Maria Elena è d'accordo").
«La polemica nasce da una telefonata a colui che considero a tutti gli effetti mio marito nella quale lo informavo di un provvedimento parlamentare di portata nazionale in particolare, gli davo una notizia nota, su un fatto avvenuto in un luogo pubblico, il Parlamento, al quale hanno dato risalto tutti i media e del quale molti addetti ai lavori avevano già conoscenza perché di rilevante interesse per l'economia nazionale. Insomma, nessuno ha rivelato segreti di Stato».
«Nella telefonata - prosegue Guidi - lo informavo di un emendamento che avrebbe consentito di accelerare i processi autorizzativi di molte opere strategiche, tra cui il cosiddetto progetto Tempa Rossa di Taranto, bloccato da anni».

Sulla vicenda interviene anche Michele Emiliano: «La Puglia è contraria a Tempa Rossa».
«Può succedere, come è accaduto a noi, che la Puglia sia contraria ad un oleodotto che parte dalla Basilicata e arriva sino a Taranto, perché non vuole esporre la baia a rischio di incidente rilevante per il trasporto di petrolio», ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA