Incendi, è massima allerta fino al 15 settembre: attiva la task-force regionale

Incendi, è massima allerta fino al 15 settembre: attiva la task-force regionale
di Valeria BLANCO
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Martedì 20 Giugno 2023, 09:11

In concomitanza con l'arrivo del grande caldo, in Puglia è scattato l'allarme incendi. Insieme con la dichiarazione dello stato di grave pericolosità, la Regione quest'anno ha affilato le armi per combattere i roghi che ogni anno devastano il territorio. A partire dall'approvazione, nei giorni scorsi, di un nuovo Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi per il triennio 2023- 2025.

I fattori di rischio


Tanti i fattori di rischio che negli ultimi anni hanno reso la Puglia sempre più vulnerabile: carenza di piogge e siccità, temperature in aumento costante, i venti che alimentano le fiamme, dando forza anche ai piccoli incendi. E poi l'abbandono delle campagne con il proliferare delle sterpaglie, la Xylella, la mano dell'uomo (si calcola che il 50% degli incendi nell'ultimo decennio in Puglia sia stato appiccato da piromani, con punte del 65% nel 2016). Di fronte a questi nuovi fattori di rischio, tante le novità in materia di prevenzione: accortezze, indicazioni, previsioni operative, misure di coordinamento per far sì che la Puglia non sia più maglia nera. Gli ultimi dati disponibili risalgono al 2021 - annus horribilis sul fronte del fuoco in tutta Italia - e vedono la regione al quarto posto in Italia per ettari bruciati dopo Sicilia, Sardegna e Calabria. Sono circa 90 i Comuni pugliesi in cui il rischio incendio è alto e la loro distribuzione serve a delineare un'ipotetica mappa di pericolosità: 43 si trovano in provincia di Foggia, 16 in provincia di Taranto, 15 nel Barese, 11 tra Lecce e provincia e poi 3 ciascuno per le province di Brindisi e Bat.

La task force


Proprio su questi Comuni si concentrerà l'attenzione delle forze messe in campo dalla Regione - tutte coordinate dalla Protezione Civile - che hanno il compito di vigilare e intervenire in caso di piccoli e grandi incendi. È partita giovedì scorso e andrà avanti fino al 15 settembre, come ogni anno, la Campagna antincendi boschivi che prevede l'arrivo di rinforzi per i professionisti in campo, che sono, oltre alla Protezione civile, anche Vigili del fuoco, Arif, Carabinieri forestali, Nucleo di vigilanza ambientale, associazioni di volontariato, flotta aerea regionale e statale ed enti locali. Ognuno con le sue competenze.


La Protezione Civile coordina la Sala operativa unificata permanente di Bari, mentre a Campi Salentina da qualche anno è attiva una "succursale" che gestisce le emergenze nel Salento. Si lavora sulla base del "Bollettino rischi incendio" emesso quotidianamente dalla Protezione civile e che funziona come i bollettini di allerta meteo: permette di prevedere con quanta probabilità si svilupperanno incendi nell'arco delle 24 ore e quindi di calibrare le forze in campo. Negli incendi di sterpaglie possono operare le associazioni di volontariato, che in regione sono 166; nei casi più gravi intervengono i vigili del fuoco con i loro uomini e mezzi che, fino al 15 settembre, hanno squadre ulteriori a supporto di quelle in servizio ordinario.
L'Arif mette in campo 650 operai nella lotta attiva e lo spegnimento degli incendi, mentre i Carabinieri Forestali intensificano i controlli sul territorio e si occupano delle indagini per la ricerca dei piromani.

I Comuni, per parte loro, oltre ad emettere le ordinanze con i divieti di accendere fuochi in campagna (dura da eradicare, in Puglia, l'abitudine di bruciare i residui delle potature) dovrebbero procedere con controlli e sanzioni.

I mezzi


Nei casi di incendi gravissimi - numerosi negli scorsi anni quelli che hanno minacciato case e strutture ricettive - entrano in azione i mezzi aerei: la Puglia ha due Fire boss con basi operative a Grottaglie e Foggia. Quando non bastano, i vigili del fuoco chiedono il supporto dei mezzi aerei statali, che arrivano dalle regioni limitrofe. Per l'approvvigionamento dell'acqua, esistono due progetti di riutilizzo dei reflui che riguardano il Bosco difesa Grande di Gravina in Puglia e il Parco Naturale regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase, già finanziati per realizzare piccoli invasi. Le torrette di avvistamento sono state integrate con sistemi di avvistamento satellitare e a infrarossi.
La vera sfida, però, è quella di creare una coscienza civica nei cittadini, anche con il supporto di campagne informative. E dove non arriva la persuasione, interviene la sanzione: dal 2021 sono state introdotte modifiche al Codice penale: il reato di incendio boschivo ora è inteso come un delitto contro la pubblica incolumità e, come tale, perseguibile penalmente.
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