Il regista Veronesi: «Negramaro, io c'ero. Disagi come in tutti i grandi eventi, ma il Salento sia orgoglioso»

Lettera a Quotidiano: "Concerto meraviglioso in una terra che lamenta l'assenza di appuntamenti importanti"

Il regista Veronesi: «Negramaro, io c'ero. Disagi come in tutti i grandi eventi, ma il Salento sia orgoglioso»
di Giovanni VERONESI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Agosto 2023, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 14:31

Io c’ero. Ho fatto anch’io 2 ore di coda per arrivare ai cancelli e quando sono andato via un’altra ora e mezzo, perché avevano chiuso una strada e ci hanno fatto fare un giro lungo. Ecco l’ho detto. Anch’io mi sono lamentato. Anch’io ho espresso il mio disappunto per un’organizzazione che ha avuto delle falle. Ok? Siamo d’accordo? Ecco, però, ora parliamo di quanto è stato fico il concerto e di come i Negramaro non fanno altro che portare il Salento in tutto quello che cantano.

Da quando li frequento in ogni loro pensiero, in ogni loro ispirazione c’è il Salento. E l’idea di fare questo mega concerto in pieno Sud, dove la gente lamenta sempre che non succede nulla, è stata loro e l’hanno fatto sempre per lo stesso motivo, parlare del Salento, delle loro radici e portare a casa un evento per i loro conterranei.
Gli ospiti sono stati tanti, credo una quindicina, tutti accorsi per l’amicizia che li lega al gruppo musicale più solido degli ultimi 20 anni. Io c’ero sì, e ho visto un mare di gente alzare le mani, saltare come grilli, emettere boati a ogni ospite e cantare con tutti loro. Per me è stato emozionante e avrei voluto essere salentino l’altra sera, devo ammetterlo, perché sentivo proprio un’aria di appartenenza che negli altri concerti si sente meno. I duetti con Elisa, con Samuel, la delicatezza di Niccolò Fabi, l’espressività di Aliello, la spregiudicata innocenza di Ariete, perfino i ballerini eccelsi appena sposi, hanno dato un contributo di qualità allo show. Insomma, tutti gli interventi hanno avuto un senso. E infine una performance strepitosa di due musicisti salentini che insieme a Giuliano Sangiorgi hanno provocato sulle braccia nude di tutti dei brividi enormi, imprevisti. Il sax contralto di Raffaele Casarano e la tromba di Cesare Dell’Anna hanno lasciato cadere su quell’aeroporto una bomba di note che difficilmente scorderò. 


Sì, c’ero anch’io, e ho fatto la mia coda come quasi tutti.

Sempre le mie tre orette che non sono poche. Se qualcuno non è riuscito proprio ad entrare credo che le organizzazioni si daranno da fare per scusarsi e rimborsare. A me è successo al cinema una volta. Avevo prenotato e non c’era il posto. Mi e’ successo in aereo, e mi hanno rimborsato; in treno, allo stadio, ovunque, eppure, dopo una improvvisa lamentela, giusta per altro, perché è pur sempre un divertimento a pagamento, mi sono però goduto il concerto, pressato fra la gente, impolverato e affamato, ma pur sempre felice di esserci, in mezzo a 30mila persone che facevano un effetto strepitoso a guardarle tutte insieme. Un mare di affetto, di amore per la musica, e tutti erano lì per cantare e ballare e non per lamentarsi.


Come al solito, di questi tempi, non parlano solo quelli che hanno subito un torto imprevisto, parlano quelli che non c’erano, si fanno schieramenti assurdi, emerge l’odio, l’invidia e la voglia di parlare male, detestare, sputare sul lavoro di artisti che per altro non c’entrano nulla con la viabilità. Ecco perché vi dico che, dopo esservi lamentati, cercate di parlare di quanto è stato “meraviglioso” questo evento, in una terra che lamenta sempre l’assenza di eventi importanti come questo, e siate orgogliosi di averne fatto parte, senza pensare troppo alla viabilità e alle ore passate in macchina. Ripeto: se poi non siete nemmeno riusciti a vederlo, fate le vostre rimostranze. Ma non denigrate ciò che vi avrebbe fatto felici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA