Promossi con nove in condotta dopo aver sparato pallini di gomma alla prof, interviene anche la preside: «Cambieremo voto»

Si riapre il Consiglio di classe per i due studenti: nuovo scrutinio

Promosso con nove in condotta dopo aver sparato pallini di gomma alla prof, interviene il ministro e anche la preside: «Cambieremo voto»
Promosso con nove in condotta dopo aver sparato pallini di gomma alla prof, interviene il ministro e anche la preside: «Cambieremo voto»
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Martedì 27 Giugno 2023, 19:16

Sparare pallini di gomma a un' insegnante, deriderla e pubblicare il video della "performance" sui social, non è da nove in condotta

E ora lo scrutinio è da rifare per gli studenti dell'Istituto Viola Marchesini di Rovigo protagonisti di questa storia. I quattordicenni spararono pallini di gomma contro una insegnante, facendosi riprendere con il cellulare. Uno dei due è stato promosso con il 9 in condotta. E ora però i ragazzi potrebbero rischiare la bocciatura.

Rovigo, i ragazzi che spararono pallini di gomma alla prof rischiano la bocciatura

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara nei giorni scorsi ha inviato una ispezione, che ora ha terminato il proprio lavoro, ed ha chiesto di rivedere le decisioni prese. «Visti gli esiti della relazione degli ispettori e considerata la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 e del regolamento di istituto - ha detto - ho avvertito l'esigenza di invitare la dirigente scolastica a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese». E la preside dell'istituto, Isabella Sgarbi, ha prontamente risposto che verrà riconvocato il Consiglio di classe «per riflettere e rivalutare la situazione».

Le sospensioni per i tre alunni erano scattate dal 7 novembre scorso, cinque giorni per l'alunno che aveva sparato materialmente e per quello che aveva ripreso la scena dell'insegnante, colpita una volta alla testa e un'altra all'occhio. Due giorni invece per il proprietario della pistola, che l'avrebbe portata a scuola lasciandola usare e poi l'aveva nascosta. Gli scrutini in quella classe hanno stabilito, a distanza di otto mesi dai fatti, due promozioni, di cui una con il nove in condotta, e una bocciatura, per l'alunno che aveva portato a scuola la pistola.

Il ministro, oggi, partecipando al X congresso Confsal, ha chiarito che a breve verrà varato un pacchetto di misure che sostituisca le sospensioni a lavori socialmente utili e attività varie di recupero e che vuole dare più valore al voto in condotta. «Non sono favorevole a lasciare a casa, a non fare nulla, un ragazzo che si è comportato male, significa abbandonarlo a se stesso.

Serve al contrario più scuola, coinvolgendolo maggiormente anche in attività di volontariato», ha affermato Valditara.

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Il voto sulla condotta, cos'è e come funziona

Attualmente il voto in condotta viene attribuito collegialmente dal consiglio di classe considerando quindi il processo di maturità personale del singolo studente. Note, richiami e sospensioni concorrono ovviamente alla formulazione del voto in condotta. Un voto in condotta inferiore alla sufficienza, ovvero al 6, determina la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato. Lo stesso 7 - che viene attribuito agli studenti che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti dei professori, dei compagni e del personale della scuola, sono stati ripresi ed hanno ricevuto note disciplinari o sono stati spesso assenti - non comporta la bocciatura, come ha ribadito due anni fa una sentenza del Consiglio di Stato, ma le cose potrebbero cambiare. Il titolare del ministero di viale Trastevere ha affermato anche che già una decina di docenti che sono stati aggrediti da studenti o dalle loro famiglie ha deciso di farsi difendere dall'Avvocatura dello Stato.

Ed ha aggiunto che bisognerà pensare ad un 'piano casà per gli insegnanti che vivono in zone dove il costo della vita è particolarmente alto, se assunti lontano dalla propria residenza, «ridare dignità ai docenti passa anche nel saper trovare la casa laddove il costo della vita è elevato: dobbiamo fare accordi con le Regioni per trovare appartamenti, gli stipendi dei docenti rischiano di essere inadeguati ad affrontare determinate realtà».

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