Pescara, foto di bimbi violentati scambiate sui social: denunciati sette minori. Tra gli indagati una ragazza

Pedopornografia e scambi di memo hard: denunciati sette minori. Tra gli indagati una ragazza
Pedopornografia e scambi di “memo” hard: denunciati sette minori. Tra gli indagati una ragazza
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:58

La Polizia di Pescara ha condotto un'operazione denominata «Poison», coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di L'Aquila, per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico che ha portato all'identificazione e alla denuncia di sette minori. È quanto si legge in una nota.

Le immagini condivise sui social

L'indagine, scaturita su impulso del C.N.C.P.O. (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) del Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni di Roma, trae origine da una segnalazione del Servizio emergenza infanzia 114, relativa alla condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di stickers/meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, nonchè di violenza estrema, apologia del nazismo/fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali.

Immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti.

I messaggi

Gli investigatori della Polizia postale, con un lavoro certosino - continua la nota - hanno analizzato oltre 85.000 messaggi in cinque diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori. All'esito dell'operazione, che ha coinvolto, nella fase esecutiva, anche i Centri operativi sicurezza cibernetica della Polizia postale di Puglia, Lazio, Lombardia e Campania, sono stati denunciati sette minori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, tra cui una ragazza, responsabili di aver ricevuto e inviato, su diversi gruppi social, diverse immagini di bambini, anche di tre o quattro anni, vittime di abusi sessuali.

 Restano tuttora al vaglio degli inquirenti le posizioni di ulteriori 22 minori che si sono limitati all'invio dei «Meme», per possibili provvedimenti a protezione degli stessi, atteso il disvalore culturale ed educativo emerso, anche con l'intervento dei servizi sociali a sostegno dei ragazzi e delle loro famiglie. L'operazione di oggi - prosegue la nota - ha confermato un fenomeno dilagante tra i giovanissimi, i quali, spesso, nei contesti social banalizzano eventi terribili del passato o mostrano assoluta indifferenza per violenze e stupri, anche nei confronti di bambini piccolissimi; a volte si assiste ad una gara a chi posta l'immagine più sprezzante o truculenta, al fine di stupire, all'insegna dell'esagerazione. 

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