Filippo Turetta, la diagnosi della Bruzzone: «È un narcisista covert patologico. Non voleva suicidarsi, era una trappola»

"Non ha mai avuto intenzione di uccidersi. Era una trappola, l'ha manipolata", aggiunge la criminologa

Filippo Turetta, il profilo psicologico: «narcisista covert, manipolatorio e passivo-aggressivo». Come riconoscerlo
Filippo Turetta, il profilo psicologico: «narcisista covert, manipolatorio e passivo-aggressivo». Come riconoscerlo
di Alessandro Rosi
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Venerdì 24 Novembre 2023, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 06:47

«Gli elementi per una diagnosi, almeno comportamentale, ci sono tutti. È una personalità narcisistica patologica». La criminologa Roberta Bruzzone traccia il profilo psicologico del ragazzo accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. «Aveva ancorato al possedere Giulia, e al non essere inferiore di lei, l'elemento cardine per gestire la sua angoscia, la sua inadeguatezza». Vediamo insieme come risconoscere queste persone e quando possono manifestare il loro lato più violento.

Qual è la personalità di Turetta (senza fare diagnosi)? 

Gli elementi per una diagnosi, almeno comportamentale, ci sono tutti. Emerge non solo una personalità narcisistica, ma il ricatto emotivo. Una modalità parassitaria e vessatoria di imporre la propria presenza. Lo si intuisce dal fatto che si voleva ingerire in tutte le scelte che faceva Giulia. Di interferire nella sua vita. Ricatto emotivo come principale strumento di relazione: "se non fai quello che dico io, mi uccido"; "se mi lasci, mi uccido".

E le tendenze suicide?

È uno strumento ricattatorio di matrice manipolatoria. Non ha mai avuto intenzione di uccidersi. Tanto è vero che, quando ne avrebbe avuto ben donde, non l'ha fatto. E questo vuol dire che non ha mai avuto reali propositi suicidari, altrimenti quale occasione migliore se non quella successiva a un evento di questa gravità. Se fosse stato veramente un soggetto con tendenze suicidarie, non sarebbe sopravvissuto all'evento. La sua sopravvivenza è la testimonianza che non aveva mai avuto intenzione di uccidersi, neanche prima.

Le persone narcisistiche quando diventano patologiche?

Quando non tollerano che qualcuno possa muoversi fuori dalla sfera del loro controllo, della loro influenza. Una sistema maligno, perché fonda la propria sopravvivenza psicologica al controllo e allo svuotamento, al furto dell'energia altrui. È come una zecca col cane, non può vivere senza nutrirsi.

Quindi la trascina negli abissi.

La trascina, piano piano, in questa relazione sempre più asfittica. Il controllo che ha nei confronti della vittima è l'unico filtro che lo separa dall'angoscia depressiva, che è tipica delle strutture narcisistice.

Giulia diceva: "Vorrei sparire dalla sua vita, ma ho paura si possa fare del male".

Quello è l'aspetto manipolatorio. È la maschera che lui indossava, perché aveva capito che era un modo efficace per tenere agganciata Giulia. Ma in realtà lui non è mai stato quella persona. Probabilmente Giulia l'ha visto veramente fino in fondo solo quella sera, ha visto davvero il vero volto di Filippo.

Lui è stato molto abile a mascherarsi, probabilmente per buona parte della sua vita. Questo lato è emerso soltanto nel momento in cui Giulia lo voleva lasciare definitivamente.

 

Si parla di segnali, probabilmente potrebbe averli anche dissimulati. 

Li ha dati. Il controllo ossessivo, questa modalità pervasiva di stare in tutti gli aspetti della vita di Giulia, di non lasciarne nessuno spazio di autonomia, nel protestare ogni qualvolta lei cercava di spostarsi un po' fuori dalla sua sfera di influenza. Questi sono tutti segnali molto chiari di questa aggressione. La maggior parte delle donne tende a sottovalutarli o a leggerli come segnali di interesse, in realtà sono segnali di disagio.

Una difficoltà nell'interpretare questi segnali.

Una difficoltà culturale. Ancora oggi ci sono molte donne convinte che l'uomo che le controlla ossessivamente lo fa perché le ama, non perché è malato.

Lei ha parlato anche "covert passivo aggressivo". Cosa significa?

Ci sono diversi modi in cui la patologia narcisistica può manifestarsi. Ci sono quelli un po' più evidenti: quelli arroganti, che sono convinti di essere i migliori del mondo; quelli che, se ci parli, la prima cosa che vogliono mettere in chiaro è che comunque sono migliori di te. Quindi hanno questo aspetto evidente, over, aperto, cioè è osservabile. E poi ci sono quelli più subdoli, quelli passivo aggressivi, quelli coperti o covert. Che hanno invece lo stesso Sé grandioso, ma temono terribilmente il fallimento. Quindi lo tengono un po' più custodito, un po' più nascosto. Si travestono da ragazzi per bene, attenti ai valori, attenti agli altri devoti. Sono apparentemente molto dimessi, molto tranquilli, finché va tutto come dicono loro.

Quindi più pericolosi.

Certamente, perché quelli (purtroppo) quando emerge quella parte in maniera violenta spesso viene letta come una sorpresa, come se fosse un evento imprevedibile. In realtà, quando c'è un narcisista di mezzo, il Sé grandioso è sempre in agguato. Quando viene frustrato, la componente aggressiva si manifesta molto rapidamente.

E sfocia in violenza.

In aggressività, che può avere vari gradi di manifestazione. Ma quando è così profonda, perché lui evidentemente aveva ancorato al possedere Giulia e al non essere inferiore di Giulia, l'elemento cardine per gestire la sua angoscia, la sua inadeguatezza. Qui il problema non è la fine della relazione, ma la laurea. Quella era del traguardo pubblico che lui non aveva varcato, che non aveva tagliato prima di lei. Non è un problema di separazione, ma "che non ti devi permettere di sembrare migliore di me".

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