Diabete, allarme giovani: tra i sintomi la fame e la sete, il caffè e la frutta sono alleati. I consigli degli esperti

Solo in Italia riguarda quasi 4 milioni di persone, il 90% delle quali con il tipo 2

Diabete, allarme giovani: tra i sintomi la fame e la sete, il caffè e la frutta sono alleati. I consigli degli esperti
Diabete, allarme giovani: tra i sintomi la fame e la sete, il caffè e la frutta sono alleati. I consigli degli esperti
di Maria Rita Montebelli
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Novembre 2023, 08:07

I monumenti di tutto il mondo, nelle ultime notti si sono colorati di azzurro, tra questi anche il Senato, per celebrare la Giornata Mondiale del Diabete che ogni anno, il 14 novembre, ricorda il compleanno di Sir Frederick Banting, scopritore dell’insulina nel 1922, con Charles Best. Archiviate luminarie e festeggiamenti, il diabete resta, con una presenza sempre più impattante a livello di popolazione. Solo in Italia riguarda quasi 4 milioni di persone, il 90% delle quali con il tipo 2, il diabete una volta detto “dell’anziano” e oggi a esordio sempre più precoce, anche intorno ai 35-45. Negli ultimi anni si stanno registrando casi di diabete di tipo 2 anche in età adolescenziale.

La sedentarietà

Tutta colpa di quelle che al momento sono le condizioni più importanti: il sovrappeso/obesità e la sedentarietà che hanno anche una loro geografia.

La prevalenza della malattia, fa notare l’Istituto Superiore di Sanità, si caratterizza anche per un gradiente a sfavore delle regioni meridionali (fra gli ultra 65enni è pari al 25% nel Sud-Isole contro il 15% nel Nord e 18% del Centro). E come sempre accade per tutte le malattie ad ampia diffusione, per le quali molti pensano di avere qualcosa da suggerire all’amico o al vicino di casa, ci sono altri nemici da combattere: le fake news. La Giornata Mondiale rappresenta un’occasione per smontare i falsi miti che aleggiano intorno a questa malattia. Nella top ten delle fake firmata dall’Associazione medici diabetologi troviamo l’incrollabile mito dello zucchero che “fa venire” il diabete. In realtà parliamo di una malattia del metabolismo molto complessa, legata non solo al fatto che il pancreas produce sempre meno insulina, ma anche alla cosiddetta insulino-resistenza, cioè alla mancata risposta dei tessuti all’azione dell’insulina, causata soprattutto dal sovrappeso.

Cosa mangiare (e cosa no)

È giusto limitare dolci e bibite dolcificate, ma attenzione anche e soprattutto ai grassi, densi di calorie e pericolosi per le arterie, in particolare quelli saturi. Altro falso mito è che le persone con diabete non possano mangiare carboidrati: pane e pasta possono e devono essere consumati (dovrebbero rappresentare il 45-60% delle calorie giornaliere), ma preferibilmente in versione integrale; semaforo verde invece per legumi e verdure di ogni tipo, anche da cucinare in ghiotte ricette insieme alla pasta. Due porzioni di frutta al giorno sono consigliate anche alle persone con diabete, ma quella più zuccherina (cachi, uva, fichi e castagne) andrebbe consumata con moderazione. 

Il caffè

Latte e latticini sono amici del diabete, ma anche in questo caso sempre con un occhio attento al contenuto di grassi saturi; bene infine portare a tavola uova e pesce e condire il tutto con un filo di olio d’oliva. E dopo pranzo, una bella tazzina di caffè, da gustare senza zucchero, è più che benvenuta. Diversi studi scientifici dimostrano infatti che il caffè è in grado di influenzare in maniera positiva il metabolismo dei carboidrati; in più essendo ricco di polifenoli antiossidanti, giova anche alla salute delle arterie e dell’organismo in generale.

Il dosaggio

Uno studio appena pubblicato su Clinical Nutrition dimostra che bere 3-4 tazzine di caffè al giorno si associa ad una riduzione del rischio di sviluppare diabete del 25%, in particolare tra le donne. E anche secondo l’Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) è d’accordo su questo numero di tazzine, che apportano un 400 mg circa di caffeina, un dosaggio adatto alla maggior parte delle persone. Quello che va assolutamente evitato è invece il fumo, l’alcol e una cattiva igiene del sonno, che a sua volta può favorire il sovrappeso.
L’attività fisica infine non dovrebbe mai mancare nella vita delle persone, sia per prevenire la comparsa di sovrappeso e di diabete, sia come pilastro del trattamento del diabete, insieme alla dieta e ai farmaci. Regole semplici, chiare e alla portata di tutti. Il numero delle persone con diabete continua ad aumentare: negli ultimi tre anni se sono registrati altri 400 mila casi.

Stile di vita

Ma il Covid-19 qui non c’entra, anche se ad un certo punto si era sospettato che potesse indurre la comparsa di diabete. Questa impennata di casi semmai va attribuita al peggioramento dello stile di vita durante la pandemia (si è mangiato di più e male, molti sono aumentati di peso e l’attività fisica è stata ampiamente trascurata) e all’invecchiamento della popolazione; ma forse anche ad una maggior attenzione e alla tendenza a diagnosticare il diabete.

Glicemia

Un numero crescente di evidenze suggerisce un’associazione tra Covid-19 e nuove diagnosi di diabete, ma non è chiaro se la malattia virale scatena il diabete preesistente o induce un diabete di nuova insorgenza. Anche se alcune ricerche hanno riportato livelli glicemici elevati e conseguenze metaboliche derivanti da un diabete preesistente dopo il ricovero in ospedale per Covid, vi sono pochi studi che lo correlano al diabete di nuova insorgenza.

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