Città del Vaticano - Al netto delle divergenze emerse in questi mesi (la più vistosa è quella sull'aborto con tensioni mai viste tra l'episcopato americano e la Casa Bianca) basta mettere a confronto due immagini di repertorio per avere la profondità dell'intesa umana, prima ancora che politica, tra Papa Francesco e Joe Biden, il secondo presidente cattolico dopo Kennedy, devoto al punto da viaggiare sempre con un rosario in tasca (che ieri gli è stato benedetto da Bergoglio). La photo opportunity ufficiale scattata dopo un'ora e un quarto di colloquio a tu per tu nella biblioteca del palazzo apostolico trasmette solo positività: volti distesi, sguardi sorridenti, posture rilassate. Praticamente l'opposto della ormai iconica fotografia del 2017 accanto al repubblicano Trump, definito a suo tempo da Bergoglio «poco cristiano» per come si stava comportando con i migranti al confine con il Messico. In quella circostanza il Papa non fece alcuno sforzo facendosi riprendere rabbuiato e irritato.
Nonostante Biden abbia ereditato dal predecessore il medesimo dossier migratorio senza discostarsi troppo dalla linea rigorista sul confine messicano, con il pontefice argentino l'amalgama umana non è venuta meno. Anzi. L'intesa tra i due ha fatto da sottofondo nei diversi momenti dell'udienza. E anche l'essere un aperto sostenitore del diritto all'aborto non costituisce un problema. Biden potrà continuare a ricevere la comunione la domenica andando a messa nella sua parrocchia di Washington.
Su questo fronte Papa Francesco lo ha rassicurato.
La moglie Jill, più tardi, parlando alla Cnn usava parole significative sul rapporto con il pontefice: «Lui è stato semplicemente meraviglioso». Che nella biblioteca apostolica non aleggiassero tensioni lo dimostrano le diverse battute del presidente americano. Ai gentiluomini che lo salutavano nel cortile di San Damaso si è presentato come il «marito di Jill». Davanti al Papa, invece, ha confessato di essere felice di essere di nuovo in Vaticano e mentre consegnava a Bergoglio il suo dono, una medaglia commemorativa, gli spiegava che solitamente viene data a «guerrieri e leader, e lei per me è il più significativo guerriero di pace che abbia mai incontrato». A quel punto Francesco gli ha preso le mani e piuttosto colpito ha replicato: «Grazie, grazie per questo».
Il comunicato vaticano si è limitato a sottolineare la cordialità dei colloqui elencando i temi affrontati. La difesa degli accordi di Parigi e gli sforzi per non fare fallire la Cop26, la pandemia, il tema dei rifugiati, dei diritti umani «incluso il diritto alla libertà religiosa e di coscienza». Successivamente si insisteva molto sul multilateralismo, una pratica che a livello internazionale scarseggia ma nella quale sia Bergoglio che Biden credono. Fuori dall'agenda veniva lasciata prudentemente la grana cattolica aperta dalla conferenza episcopale americana; tra un paio di settimane è chiamata a votare un documento sull'ammissione alla comunione di quei politici cattolici che si sono espressi a favore di leggi abortiste (Biden incluso). In attesa del documento (che non pare preoccupare troppo il presidente Usa) il Papa ha preferito concentrarsi e rafforzare un terreno operativo comune. La sfida del clima soprattutto: «Vi prego fate presto» ha ripetuto anche alla Bbc. Restano però in sospeso tante divergenze. Per esempio il ritiro frettoloso in Afghanistan, il dossier della Cina e quello di Taiwan. Papa Francesco da anni sta portando avanti una linea di appeasement con Pechino, al punto da far digerire ai cattolici cinesi condizioni ritenute molto dure e ingiuste pur di arrivare ad una normalizzazione dei rapporti e gettare le basi per un viaggio a Pechino. Se mai questo dovesse avvenire la Santa Sede è pronta a rivedere gli accordi diplomatici con Taiwan.