Aborti, record nel Barese: oltre 2mila interruzioni

Aborti, record nel Barese: oltre 2mila interruzioni
di Beppe STALLONE
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Lunedì 4 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:33

Aborti, record nel Barese: oltre 2mila interruzioni di gravidanza. Anche molte minorenni. La sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che, qualche giorno fa, ha abolito quella precedente del 1973 con cui la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto, riapre anche in Italia il dibattito sulla legge 194, che dal 1978 ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza. Una legge che consente alla donna di poter ricorrere all’Ivg in strutture pubbliche, ospedali o poliambulatori. 

I numeri

In Italia, nel 2020 i dati più aggiornati, sono state complessivamente 65.757 le Ivg, al Sud 14.907 e in Puglia 5.326.

La provincia con maggior numero di aborti è proprio quella di Bari con 2.150 Ivg, quasi la metà. Quanto allo stato civile delle donne che hanno abortito, 903 risultano essere nubili, 753 coniugate e 98 separate, divorziate o vedove. In relazione al titolo di studio 40 donne avevano conseguito licenza elementare, 750 quella media, 693 il diploma e 253 la laurea. In rapporto alle condizioni professionali: 736 sono occupate, 512 casalinghe, 149 studentesse e 314 disoccupate. Quanto all’età delle donne che si sono sottoposte a Ivg in provincia di Bari, 5 avevano meno di 14 anni, 136 da 15 a 19, 358 da 20 a 24, 434 donne da 25 a 29 anni, 469 da 30 a 34, 472 da 35 a 39, 237 da 40 a 44 e 36 da 45 a 49. Le donne più interessate dal fenomeno abortivo sono dunque quelle tra i 25 e i 39 anni. Comunque il tasso di abortività di donne di età compresa fra i 15 e i 17 anni dal 2016 al 2020 in Puglia è passato dal 3,63% al 2.24%. Un segnale positivo in quanto significa un maggior ricorso da parte delle giovanissime a metodi contraccettivi. Il tasso di abortività volontaria più alto in Puglia, rispetto alle donne residenti di età compresa fra i 15 e i 49 anni, è quello della fascia di età fra i 30 e i 34 anni che segna un 10,29%, seguita dalla fascia 35-39 con un 10,03%, circa 9% le donne fra i 25 e i 29 anni. 


Il calo crescente degli aborti dagli anni ’80 a oggi è da attribuire certamente a una maggiore informazione e consapevolezza relativa alla contraccezione. Attraverso associazioni come l’Aied (Associazione italiana per l’educazione demografica) e l’Aiecs (Associazione italiana educazione contraccetiva sessuale), nonché i consultori familiari, si è diffusa sempre più e soprattutto fra i giovani una cultura della contraccezione. Ma la riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza si può ricondurre anche all’aumento delle vendite di contraccettivi di emergenza, dopo l’eliminazione dell’obbligo di prescrizione medica da parte dell’Aifa. Quindi via libera alla “pillola dei cinque giorni dopo” (ulipristal acetato) dal 2015 e dal 2020 anche per le minorenni e la “pillola del giorno dopo” dal 2016. In relazione agli obiettori di coscienza, la percentuale resta sempre alta soprattutto fra i ginecologi, diminuisce fra gli anestesisti e personale non medico. Cresce il ricorso ad aborti effettuati con metodi farmacologici e nel 2020 sono stati in Italia il 35,1% delle Ivg, rispetto agli aborti chirurgici. Sabino Santamato è uno dei fondatori dell’Aiecs e primario di ginecologia dell’ospedale San Giacomo di Monopoli. «La situazione è a macchia di leopardo, la provincia di Bari è abbastanza fortunata, nel senso che l’applicazione della legge 194 è rispettata molto. Ci sono diversi medici che sono obiettori, non è così in altre parti. La 194 – sottolinea Santamato - è una ottima legge che viene in parte disapplicata perché c’è il grosso problema dei medici obiettori. E’ chiaro che nelle regioni più organizzate, Emilia e Toscana le cose vanno meglio». In Italia sono 31, fra ospedali e consultori, con il 100% di obiettori di coscienza per medici, anestesisti e infermieri. Cinquanta quelli con percentuale superiore al 90%, 80 quelli con tasso superiore all’80%. «In provincia di Bari – continua Santamato - ci sono molti medici non obiettori, ma ci sono i consultori, un sistema di prenotazione molto avanzata, 2 centri per l’esecuzione della Ivg quelli di Triggiano e il San Paolo, e poi gli ospedali di Monopoli e Altamura dove si eseguono le procedure per l’interruzione. In Puglia c’è una buona situazione mentre in Basilicata la percentuale dei medici non obiettori sale al 99%». 
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