LECCE - Dal 6 al 27 maggio maggio l’Istituto Italiano di Tecnologia propone a Lecce, nel castello di Carlo V, la mostra fotografica “Beyond Science. La scienza in uno scatto” dell’Istituto Italiano di Tecnologia).
La mostra racconta l’incontro tra scienza e immagini attraverso una selezione di oltre 50 scatti di oggetti tecnologici, di persone e di realtà invisibili a occhio nudo, come ad esempio sistemi biologici, strumenti di ricerca, e robot. Gli scatti, a colori o in bianco e nero, ottenuti con microscopi ottici, elettronici e macchine fotografiche, rappresentano la bellezza delle realtà studiate e, parallelamente, documentano i risultati ottenuti rispettivamente nei settori della biologia, della nanotecnologia, delle neuroscienze, della robotica, della farmacologia e delle scienze dei materiali.
Le immagini riprodotte diventano quindi parte della ricerca scientifica, poiché mostrano realtà biologiche o artificiali non visibili a occhio nudo e riproducono risultati complessi, a testimonianza di un’attività di ricerca che richiede di essere condivisa con il grande pubblico.
Tutti gli scatti sono stati raccolti in occasione di un concorso fotografico organizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia
Nei pomeriggi di apertura della mostra i ricercatori del Centro per le Nanotecnologie Biomolecolar, che ha sede ad Arnesano (Lecce), avranno l’opportunità di raccontare la scienza ai visitatori, accompagnandoli nel percorso espositivo.
La mostra sarà aperta al pubblico dal lunedì a al venerdì con orario 9-13, 16.30-20.30, e sabato e domenica con orario 9.30-13, 16.30-20.30.
Foto n. 1: Isola di carbonio di Alberto Ansaldo
I ciuffi arrotolati al centro della distesa azzurrina sono nanotubi di carbonio, ottenuti tramite deposizione chimica da vapori di etanolo.
Foto n. 2: Operazione a cuore aperto di Duilio Farina
Molte volte capita che sofisticati strumenti come i laser a impulsi si rompano. Uno dei compiti dei ricercatori è di ripararli per proseguire l’attività di ricerca. Siamo chirurghi che operano a cuore aperto su una macchina “ammalata”. – Duilio Farina è ricercatore all’IIT di Genova.
Foto n. 3: La grande onda di Kanagawa. Vista dall’alto – di Francesco Greco e Virgilio Mattoli
L’immagine ricorda, con una visuale diversa (dall’alto) uno dei capolavori dell’arte giapponese degli ukiyo-e: “Kanagawa- Oki Nami Ura” conosciuta come “La grande onda da Kanagawa”, dell’artista giapponese Katsushika Hokusai. Si tratta una superficie di un foglio plastico che si è ristretto per effetto del riscaldamento dopo un trattamento al plasma di ossigeno. Immagine acquisita al microscopio elettronico a scansione e ricolorata. Francesco Greco e Virgilio Mattoli lavorano all’IIT di Pontedera, Pisa.
Foto n. 4: Edelweiss – di Diego Manfredi
Queste stelle alpine in scala di grigio sono in realtà microstrutture di ossido di zinco ottenute per sintesi idrotermale a bassa temperatura. L’immagine è stata acquisita con un microscopio elettronico ad effetto di campo. Diego Manfredi è ricercatore all’IIT di Torino.
Foto n. 5: Monaco di Alessandro Garziano
Un volto tondo e un cappuccio a punta, il monaco immaginato da Alessandro Garziano di IIT a Napoli, è in realtà una microstruttura per colture cellulari tridimensionali