Le due ruote sostenibili, dalle moto da città ai bolidi da corsa

Quest'anno le elettriche sul mercato mondiale raggiungeranno 6 milioni di unità su un totale di 40

Le due ruote sostenibili, dalle moto da città ai bolidi da corsa
di Nicola Desiderio
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 12:41 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 07:41

Due ruote e una batteria. I puristi della moto se ne facciano una ragione, ma anche per loro i beneamati tubi di scarico diminuiranno e il percorso è già iniziato: nel 2023 saranno 6 milioni le due ruote elettriche vendute (75% scooter) su un mercato da oltre 40 milioni di pezzi all’anno, concentrate per oltre il 90% in Cina. In Italia, su quasi 260mila unità (+16,7%) in totale nei primi 8 mesi del 2023, sono elettriche 9.323, in calo del 21,3%.

Gli esperti prevedono che il balzo avverrà tra 2-3 anni anche se sono divisi sui ritmi di crescita. I fattori di spinta: l’abitudine alla ricarica acquisita con le biciclette elettriche a pedalata assistita, la sostanziale non dipendenza dalle reti di ricarica e infine il progresso delle batterie. A questo proposito, le soluzioni sono fondamentalmente due: la batteria incorporata e quella estraibile. Interprete di tutte e due le soluzioni è la Piaggio che si dedica all’elettrificazione sin dal lontano 1975 quando mise sul mercato l’Ape elettrica passando per lo Zip&Zip del 1994 che con il motore elettrico da 650 Watt accoppiato al 50 cc due tempi anticipava di 15 anni l’MP3 l’ibrido del 2009. Poi nel 2018 è arrivata la Vespa elettrica: look identico a quello delle altre sorelle monocilindriche, motore da 4 kW e autonomia di 100 km grazie alla batteria, incastonata all’interno della scocca in acciaio e ricaricabile in 4 ore dalla presa di casa, e al sistema di recupero dell’energia in rilascio.

STILE AVVENIRISTICO

Ha invece la batteria estraibile il Piaggio 1: una versione fa 45 km/h e ha 55 km di autonomia, la Active arriva a 60 km/h e fa 85 km con un pieno. Rimanendo all’interno del gruppo, Aprilia e Moto Guzzi ci stanno pensando, ma ancora nicchiano. Eppure anche i marchi più tradizionalisti si stanno muovendo, come l’Harley-Davidson che ha già creato il sub-brand LiveWire e promesso che nel 2040 tutti i suoi modelli saranno elettrici. KTM punta al divertimento con la Freeride E-XC da cross e ha in arrivo ben quattro modelli elettrici tutti dedicati alla mobilità urbana. Ha intenzioni serie anche la BMW che punta sullo stile avveniristico come quello del CE-04, scooter da 130 km di autonomia, e il più agile CE-02 con look da parkourer. E un domani potrebbe esserci una moto minimalista quasi quanto una bici come l’Amby e una naked come la Vision DC Roadster. Ma ci sono altri costruttori che, a cavallo tra le due e le quattro ruote, si preparano all’elettrificazione. Una è la Suzuki, che per il 2030 ha previsto 8 nuovi modelli, equamente ripartiti tra moto e scooter, per coprire il 25% delle vendite.

GIGANTI GIAPPONESI

L’altra è la Honda che metterà 10 o più modelli elettrici in commercio su scala globale entro il 2025 con l’obiettivo vendere 3,5 milioni di unità.

Il primo per l’Europa è l’EM1 e:, piccolo scooter che si compra per intero mentre la batteria si noleggia: pesa 10 kg, si ricarica in meno di 3 ore e assicura fino a 48 km di autonomia. Il concorrente diretto è lo Yamaha NEO’s con una o due batterie estraibili per un’autonomia di 37 km o 68 km e la casa di Iwata ha già pronto il più grande E01. Per chiudere il quartetto delle fab four giapponesi, la Kawasaki ha in canna 10 modelli green entro il 2025 a partire dalle piccole Z e-1 e la Ninja e-1 e continuando con altri elettrici, ma anche ibridi e ad idrogeno. E in tema di batteria estraibile, tutte le case del Sol Levante stanno pensando al battery swap, ovvero alla possibilità di creare pacchi batteria standard con i quali ricaricarsi rapidamente in stazioni predisposte, attraverso un’associazione e partecipano anche ad un consorzio globale denominato SBMC (Swappable Batteries Motorcycle Consortium). Ne fanno parte Piaggio, KTM, Kymco, Triumph ma anche giganti delle batterie come Samsung ed LG e altre aziende italiane come Dell’Orto, VeNetWork (Fantic e Minarelli), FIVE (Garelli) e persino l’ANCMA, l’associazione che riunisce tutta l’industria italiana della moto.

IL RECORD DI BIAGGI

Per quanto infatti la moto (e l’auto) elettrica langua sul mercato interno, interessa eccome l’economia dello Stivale. La pioneristica Energica è un’azienda della Motor Valley attiva dal 2014 e ha quattro modelli in gamma: il più recente è la tourer Experia, il più famoso è la supersportiva Ego che fa lo 0-100 km/h in 2,6 s. e ha 256 km di autonomia, ma soprattutto è stata il punto di partenza per la prima moto del campionato mondiale di MotoE. Da quest’anno a fornire il proprio mezzo è invece la Ducati con la V21L che pesa 220 kg (15 kg in meno rispetto ai target imposti dalla FIM) dei quali la metà di batteria a 800 Volt. Il motore è da 110 kW e sul circuito del Mugello ha raggiunto i 275 km/h. Il record assoluto di velocità per moto elettriche è della monegasca Voxan Wattman (455,737 km/h), ma in questo caso cuore (impavido) e manico sono tutti italiani: quelli del 6 volte campione del mondo Max Biaggi.

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