Viaggio nel Mudit a due mesi dall'apertura, il Museo è diventato il punto di riferimento del quartiere: ricco il programma di eventi

Viaggio nel Mudit a due mesi dall'apertura, il Museo è diventato il punto di riferimento del quartiere: ricco il programma di eventi
di Nicola SAMMALI
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:41

Il cuore digitale del Museo degli Illustri Tarantini (Mudit) comincia a battere all’unisono con il quartiere che lo ospita, nell’antica masseria Solito in via Plateja, tornata a splendere in tutta la sua architettura dopo anni di abbandono, che hanno rischiato di cancellarla per sempre. 

L'operazione

Salvata dall’abbattimento, per lasciare posto alla costruzione di un palazzo di sei piani, sta diventando col passare delle settimane quel piacevole luogo di comunità dove incontrarsi, leggere, studiare, e soprattutto conoscere la vita e le opere di Tarantini illustri, come per esempio il padrone di casa, Cesare Giulio Viola. Due mesi dopo l’apertura (è stato inaugurato il 24 ottobre), il Mudit ha centrato un primo obiettivo: riportare un gran numero di residenti della zona a vivere nuovi spazi di socialità, per riappropriarsi di quella fetta di storia così preziosa, una raccolta di documenti che include anche la scienza, l’archeologia, la musica, il teatro, a portata di touch.

La struttura


Il Museo degli Illustri Tarantini è concepito come una mostra permanente e multimediale, attraverso la quale chi la visita può immergersi nelle storie di Tarantine e Tarantini di ogni epoca. Il Mudit occupa una delle sale della struttura, al piano terra: all’interno ci sono tre totem interattivi, nove led tv dotati di auricolari e tre videoproiezioni che offrono la possibilità di immergersi in un’esperienza sensoriale a 360 gradi. 
I contenuti si articolano in nove sezioni tematiche che spaziano dalle scienze alle arti, dalla giurisprudenza alla religione, con particolare attenzione alle tradizioni del territorio. Facendo tap sulle varie sezioni sono disponibili le biografie, gli approfondimenti e le bibliografie degli illustri tarantini (circa un centinaio). Dagli schermi led, si può fruire di una panoramica per ogni sezione, tramite contenuti audiovisivi dal taglio didattico e di breve durata.

Gli eventi in programma


Le proiezioni di cartografie antiche della città di Taranto in diverse epoche e delle carte di identità degli Illustri, completano il viaggio. La sala accoglie uno spazio espositivo modulare dedicato alle mostre temporanee sui tarantini illustri: attualmente è allestita la mostra “Leonida di Taranto con Quasimodo torna nella sua città in veste moderna” (organizzata da Gruppo Taranto e Museion Soc.Coop., sarà visitabile fino al 10 gennaio). A curare gli allestimenti innovativi del Mudit è la cooperativa Museion, vincitrice del bando. 
C’è poi il rapporto di Taranto col mare raccontato nelle storie di alcuni illustri Tarantini, e in alcuni titoli della biblioteca di comunità del Mudit (che riapre al pubblico oggi, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19; il sabato dalle 16 alle 19): tra questi, ci sono quelli donati dalla Fondazione Michelagnoli, che da oltre trent’anni si occupa di promuovere la cultura e il rispetto del mare. 
Proprio la biblioteca è il riferimento dei giovani soprattutto il sabato, quando resta chiusa la Acclavio: è il filo della cultura che le tiene idealmente legate. “A ci no’ fface ‘u disciune’ a visciglie de Natale o jè turche o jè anemále”. Si diceva così a Taranto in passato. Alfredo Majorano, nel suo “Tradizioni e canti popolari a Taranto e nei paesi di aria tarantina”, scrive il menù natalizio tipico di Taranto. In questo menù, non mancano “capetune ‘o furne o arrustute”, “baccalà indr’a frezzole”, “tutte le frutte de mare”, “pèttole”, “sanacchiudde e carteddate”. 
Questi riferimenti, che consentono di imparare di più sulla storia del Natale più lungo d’Europa, sono raccolti in “Mange e bbive tarandine”, il libro di Rosa e Enzo Risolvo consultabile nella biblioteca.
Importante per il Mudit è la figura di Cesare Giulio Viola, che è stato proprietario della masseria ereditata dal padre Luigi Viola. Nonostante avesse studiato a Roma e risiedesse la maggior parte del tempo a Positano, Cesare Giulio Viola tornava spesso a Taranto. Delle sue visite alla masseria, c’è un ricordo di suo nipote Luigi, scritto dopo la morte dello zio: «Arrivava con una grossa macchina e Nando, fidato autista nella sua Taranto, ad ogni settembre. Era tempo di raccolto e Saverio, il suo fattore, gli presentava i conti della vendemmia, lo invitava a un pranzo di chiancarelle ed agnellone e a prendere il caffè con i suoi mezzadri. Felice della loro ammirazione e deferenza. Forse questo era il Cesare Giulio Viola più vero che si potesse conoscere. Ma lui forse questo non lo aveva voluto capire». Cesare Giulio Viola era un eclettico, che andava via ma tornava sempre nella sua Taranto.
Così come tornano altri tarantini che vivono e lavorano fuori, e quella del Mudit è un’occasione per ricucire il legame. Ma ci sono anche i tarantini che ne approfittano per portarci i parenti in visita, come Miriam: «Ho portato mia cognata, che vive a Bergamo, a visitare questo luogo che è un esempio di recupero, perché è stato salvato dalla demolizione. Ne stavamo apprezzando sia il bel lavoro che hanno fatto di ristrutturazione sia tutto il percorso museale e la ricerca che c’è dietro. Il Mudit può essere l’esempio per altri luoghi della città che meriterebbero il recupero e la riqualificazione. Il bello di questo posto è la libertà di scegliere quali documenti visionare, con il linguaggio multimediale che avvicina i giovani a questi contenuti. Io mi sono soffermata su alcuni artisti, perché insegno arte: ne ho conosciuti alcuni di cui ignoravo l’esistenza, come Mario De Amicis, pittore e acquerellista, e mi chiedevo dove siano adesso le loro opere, se fanno parte di collezioni private: perché non pensare un giorno di fare un’esposizione?», suggerisce Miriam. 
«Interessantissimo il museo, bellissima la struttura. Da visitare!», scrive Maria Grazia Tanzi tra le recensioni sulla pagina Facebook del Mudit. La masseria Solito (le cui origini risalgono al XVI secolo), ospita inoltre numerosi eventi: il 29 è previsto “La natività nella storia dell’arte” (conversazione con Patrizia De Luca, ore 17.30). Il Museo degli Illustri Tarantini fa breccia nel cuore della città: il contenitore di cultura, archeologia e memoria storica, è tornato fruibile grazie all’intervento di restauro da 1,2 milioni di euro (il finanziamento regionale è stato ottenuto dalla prima amministrazione Melucci attraverso il bando Smart in Puglia Community Library).

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