Via il grembiule, c’è la divisa: a scuola scoppia la protesta

Via il grembiule, c’è la divisa: a scuola scoppia la protesta
di Lucia J. IAIA
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Domenica 4 Settembre 2016, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 16:37
L'anno scolastico non è ancora cominciato, eppure le polemiche attraversano già i corridoi dell'istitito comprensivo “Alessandro Manzoni” e le case dei piccoli allievi.
La questione ruota attorno alla decisione di sostituire i classici grembiulini con una divisa scolastica. Una iniziativa questa, assunta in seno agli organi collegiali ma che, a quanto pare, non convince tutti. Nei giorni scorsi infatti, una raccolta di firme è stata avviata da Valerio Morelli, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e da altri genitori. Ad oggi, circa 200 sono le sottoscrizioni e la raccolta terminerà il prossimo 5 settembre.
Ciò che non convince è, secondo quanto evidenziato proprio da alcuni genitori sul profilo facebook di Morelli, è il costo della divisa e soprattutto, l'imposizione che sarebbe arrivata dall'istituzione scolastica, senza il consenso della maggioranza.

Ma proprio il dirigente scolastico Lucia Calò chiarisce la vicenda, scrivendo ai genitori. “Dal prossimo settembre, come deliberato lo scorso 30 giugno dagli organi collegiali, gli alunni della scuola primaria e secondaria dell'istituto Manzoni indosseranno una divisa scolastica che nella primaria sostituirà il tradizionale ed obsoleto grembiule”.
Il dirigente precisa immediatamente, l'origine della decisione. “La proposta avanzata da alcuni genitori è stata condivisa in seno al collegio e al consiglio d’istituto e, in data 2 agosto, con i genitori rappresentanti di classe, regolarmente convocati. Considerato il momento economico difficile e cercando di venire incontro alle esigenze delle famiglie, la scelta si è basata su un abbigliamento semplice e non particolarmente dispendioso. Polo cotone blu maniche corte e polo cotone blu maniche lunghe che in inverno potrà essere sostituita da una felpa blu. Su ogni capo, sarà apposto il logo della scuola. Il colore concordato è per la precisione il blu navy”.
Naturalmente, non si tratta di una scelta legata all'estetica. “Le motivazioni che hanno portato a tale scelta sono diverse. L'uso di un abbigliamento scolastico uniforme – sottolinea la dirigente - facilita il confronto sulle differenze sostanziali di ciascuno, una ricchezza che dobbiamo rispettare e valorizzare, mettendo in secondo piano ciò che non è rilevante. Serve anche a sviluppare il senso di appartenenza alla comunità scolastica e ad evitare alcuni abbigliamenti non consoni all'ambiente scolastico”.
La dirigente però, percepisce il dissenso. “Come spesso accade di fronte ad un cambiamento, la decisione ha sollevato qualche perplessità, tuttavia siamo fiduciosi che il rispetto per ciò che è stato democraticamente deciso nelle giuste sedi prevarrà su visioni individualistiche. Spetta a noi educatori e genitori adoperarci per trasmettere ai nostri ragazzi il messaggio che rispettare le regole è importante. Si rende opportuno, infine, ribadire che ciascuna famiglia potrà acquistare le magliette dove riterrà opportuno e conveniente. La scuola non ha dato alcuna indicazione in merito, né vi è alcun obbligo di acquisto di eventuali kit proposti dai commercianti”.
Ma per Valerio Morelli, portavoce di questa protesta, la petizione prosegue. “Con questa lettera, la dirigente scolastica ha voluto fare chiarezza? È vero che la decisione è stata presa democraticamente (nel senso che gli organi competenti, collegio dei docenti e consiglio d'istituto, il secondo, per la precisione, sono stati eletti democraticamente), ma non hanno tenuto conto che la maggior parte dei genitori non sono stati coinvolti. Dice che non sono state date indicazioni di acquisto di kit e che ognuno può acquistare al prezzo più conveniente e dove vuole, ma nel contempo, obbliga ad indossare maglie color blue navy recanti il logo della scuola”.
In più, Morelli precisa alcuni aspetti della questione. “La scuola non ha ritenuto nemmeno lontanamente degna di attenzione la proposta di chi avrebbe voluto la maglia uniforme per i soli ragazzi delle medie, ma senza logo, lasciando la scelta del grembiule per i bambini delle elementari. Il senso di appartenenza ad una comunità si coltiva e si realizza con la solidarietà e con il coinvolgimento di tutti nelle decisioni”.
A dire il vero, la vicenda divide e non poco. Da un lato, i sostenitori del grembiule e dall’altro quelli della divisa. Per chi non si attiene alle indicazioni comunque, potrebbero esserci dei provvedimenti disciplinari. Diciamo che l'anno scolastico non parte proprio con il piede giusto ed incuriosisce sapere quale sarà l'epilogo di questa vicenda.
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