Ex Ilva, assemblea dei soci. Primi pagamenti nell'indotto

La produzione in Ilva
La produzione in Ilva
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 22 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 14:28

L’interrogativo è: l’assemblea di oggi di Acciaierie d’Italia segnerà un passo avanti per l'ex Ilva di Taranto, vedrà Mittal, azionista di maggioranza, adempiere al suo ruolo e assicurare le risorse che servono, oppure registrerà un ennesimo nulla di fatto? L’impressione prevalente è che oggi, salvo sorprese, vi sarà un ennesimo giro a vuoto. Non pochi i cda svoltisi sinora e nemmeno poche le assemblee. Solo che non è mai uscita una soluzione. Si è andati avanti di aggiornamento in aggiornamento. Ma se gli organi societari restano impallati e non riescono a sciogliere i nodi, qualche passo avanti lo compie invece la situazione dell’indotto siderurgico. 
Nei giorni scorsi le imprese associate ad Aigi hanno fatto sapere che avrebbero pagato gli stipendi ma non le tredicesime. Perché Acciaierie non salda le fatture alle imprese, né assegna nuovi lavori, né fa intravvedere prospettive.

L'indotto

L’indotto, quindi, ha le casse vuote. E lo scaduto registrato a novembre è pari ad una settantina di milioni. Questo pagamento parziale, però, ha già rappresentato un primo passo avanti. Ancor prima, l’indotto di Aigi aveva detto che non ci sarebbero stati né stipendi, né tredicesime. Poi da Acciaierie è arrivato un primo stock di bonifici (sarebbe il 20 per cento dello scaduto, “ad oggi i pagamenti dei crediti delle aziende sono giunti con il contagocce” avverte Aigi) e la situazione è migliorata. Ieri, infatti, ci sono state aziende che hanno pagato la tredicesima per intero o in parte. E tra il prima e il dopo, ci sono state le proteste dei sindacati, l’incontro dal prefetto Paola Dessì, lo sciopero indetto dall’Usb nell’indotto e, ancora ieri, un sit in di operai davanti alla direzione. 
Spiega a Quotidiano il presidente di Aigi, Fabio Greco: «Le aziende più compromesse finanziariamente non pagheranno la tredicesima, mentre chi sta economicamente meglio, già ieri l’ha pagata per intero o in parte.

Noi non usiamo gli operai come scudo. Ho detto chiaramente: chi può pagare, deve pagare, chi non può, deve rinviare. E quest’ultimo caso è dimostrabile. Se un’impresa - e ce ne sono tante in queste condizioni - lavora solo con l’ex Ilva, ha fatturato, poniamo, un milione e non riceve neppure un euro, come fa a pagare?” «Nel vertice di mercoledì - dice a Quotidiano Franco Rizzo dell’Usb -, ho evidenziato al Governo cosa hanno dichiarato le aziende di Aigi: pago solo gli stipendi e per le tredicesime attendo l’assemblea di Acciaierie. Vedo che fa il Governo. Se interviene, pago pure le tredicesime. Poi, a fronte delle proteste in tutte le aziende, con i lavoratori che anche ieri si sono fermati in alcune imprese, i datori di lavoro si sono messi a pagare anche con i bonifici istantanei. Hanno saldato, per esempio, Gea Power ed Evoluzione Ecologica, mentre non abbiamo ancora alcuna notizia da Semat, che è un gruppo grosso».

Il sindacato

«Si è aperto uno spiraglio e fortunatamente non tutte le aziende sono in difficoltà tali da non versare la tredicesima - dichiara a Quotidiano Piero Cantoro della Fim Cisl -. Probabilmente, la dura presa di posizione delle imprese era anche finalizzata a caricare di pressione il tavolo col Governo. Certo, non abbiamo risolto i problemi. Andiamo verso la scadenza della cassa integrazione nell’indotto e con la Regione ora abbiamo messo a punto due ipotesi di emendamento alla legge 148/2015 che porteremo all’attenzione dei parlamentari affinché le sostengano nell’iter legislativo. Puntiamo ad una deroga che permetta gli ammortizzatori sociali anche alle aziende con meno di 15 dipendenti». 
Ma se in parte si allenta la tensione tra i lavoratori dell’indotto, sale invece quella tra le imprese di Aigi e Acciaierie. Quest’ultima, l’altro ieri, ha contestato lo sciopero nell’indotto dalle 23 di martedì alla stessa ora di mercoledì, parla di danni sia economici che produttivi, e alle imprese dice: «Non esiteremo ad addebitarvi tutti i costi e le perdite, dirette e indirette conseguenziali alla ridotta prestazione e riserviamo ogni decisione sulla risoluzione dei contratti o sul riaffidamento dei servizi alla relativa scadenza». 


Ad Acciaierie risponde ora Aigi, ricordando che era in atto uno sciopero e che è «irricevibile ed inaccettabile la contestazione pervenuta in quanto trattasi di una impossibilità sopravvenuta della prestazione per cause non imputabili ai singoli datori di lavoro». Con lo «sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali di categoria - evidenzia Aigi - gli obiettivi economici del titolare di un’impresa si sono scontrati con le intenzioni del lavoratore quali il diritto di scioperare».
Tornando all’assemblea odierna, il tema all’ordine del giorno resta invariato: come assicurare un sostegno finanziario urgente all’ex Ilva e come proseguire in futuro. Da come andrà l’assemblea, il Governo deciderà le mosse da fare in vista del Consiglio dei ministri del 28 e del successivo incontro con i sindacati. Ieri, infine, il ministro Raffaele Fitto ha incontrato il presidente di Acciaierie, Franco Bernabé. 

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