Ilva, segnali di ripresa. In crescita gli ordini, ottobre record: +23%

Ilva, segnali di ripresa. In crescita gli ordini, ottobre record: +23%
di Tiziana Fabbiano
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Sabato 21 Novembre 2015, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 12:18

Ottobre è stato il mese in cui si è definitivamente persa la prima parte della maxicommessa per i tubi della Tap, assegnata ad un’azienda tedesca. Ma l’occasione sfumata non è riuscita comunque ad intaccare quella che è la migliore performance del 2015 per le vendite dell’Ilva. Il mese passato si è infatti chiuso con il segno positivo, esattamente con un +23% di ordini per il gruppo siderurgico rispetto a settembre. Segnali di ripresa si possono, dunque, scorgere nel portafogli clienti dell’Ilva di Taranto che conta, da poche settimane, su una riorganizzazione del settore. I commissari straordinari, già dopo la pausa estiva, avevano deciso di imprimere una svolta nelle aree strategiche dell’amministrazione del gruppo. E così il management ha visto nuovi innesti importanti.

Tra questi proprio dal primo giorno di ottobre l’arrivo del manager Maurizio Munari (ex Fiat) che guida il settore vendite dell’Ilva da circa 45 giorni.

Gli effetti si sono visti con i nuovi ordini che poi segnano la percentuale di crescita più alta di vendite finora registrata dagli uffici commerciali del gruppo nell’intero anno. Una ripresa della marcia che contribuisce a dare stabilità e forza al nome e ai prodotti del colosso siderurgico italiano con i clienti nazionali e internazionali, la cui immagine e affidabilità è pesantemente colpita. Ma è anche una spinta alla produzione che ha rallentato moltissimo il suo andamento soprattutto a causa della carenza di commesse dovuta anche alla pesante crisi dell’acciaio.

E a proposito di rinforzi alla catena di vertice dell’impresa siderurgica da ieri è entrato nella struttura del gruppo Ilva anche Enrico Caruso, un manager che arriva direttamente da Us Steel, dove ricopriva l’incarico di amministratore delegato, con esperienze anche in ArcelorMittal, quindi uno specialista del settore siderurgico. Il suo ruolo è di quello di responsabile dello Sviluppo business e lavorerà quindi insieme alla squadra di Munari. L’obiettivo è evidentemente quella di ritrovare la leadership di mercato. E tra i clienti che aumenteranno gli acquisti da Ilva c’è il gruppo Marcegaglia. Antonio Marcegaglia ha infatti ipotizzato un ritorno sulla grande acciaieria nel 2016 per un milione di tonnellate e, in prospettiva, anche un aumento di quantità.

Un margine che, evidentemente, contribuirebbe alla ripresa produttiva che i commissari ipotizzano nel 2017, a chiusura anche degli interventi di adeguamento della normativa ambientale. Con la legge di stabilità si consentirà alle banche di anticipare un maxi prestito di 800 milioni di euro da restituire quando arriverà il miliardo e 200 milioni ancora bloccato in Svizzera sui conti riconducibili alla famiglia Riva. Con quei soldi, l’amministrazione straordinaria completerà gli adeguamenti ambientali dell’Aia che dovrebbero chiudersi entro agosto 2016 ma che, più probabilmente, slitteranno ancora, non di molto, ma di qualche mese. Il commissario Gnudi peraltro, a Bari, non aveva celato il suo ottimismo sulla ripresa delle vendite. Sulla commessa per i tubi Tap aveva specificato come questa avrebbe rappresentato meno del 5% della produzione di Ilva.

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