L'associazione Peacelink ha inviato al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, un report che evidenzia un «peggioramento dell'inquinamento da benzene nell'ex Ilva di Taranto e, a cascata, nel quartiere Tamburi». La situazione «dentro lo stabilimento - afferma nel documento il presidente dell'associazione Alessandro Marescotti - non va bene. Siamo di fronte a un dicembre nero. Le inviamo questo breve rapporto che testimonia il trend negativo di dicembre relativo al benzene».
Il report degli ambientalisti
Nel rapporto di Peacelink vengono illustrati alcuni grafici basati sui dati delle centraline Arpa e Ispra «appositamente elaborati - spiega Marescotti - per effettuare dei raffronti statistici.
Tutti gli studi «predittivi (VDS e VIIAS) indicano - conclude l'ambientalista - una pressione ambientale che si traduce in un danno sanitario inaccettabile. Sono ragioni più che sufficienti non solo per negare la modifica peggiorativa dell'Aia per la cokeria (in quanto una riduzione dei tempi di distillazione del coke, richiesta da Acciaierie d'Italia, aumenterebbe il numero degli sfornamenti della cokeria con conseguente aumento delle emissioni in atmosfera) ma per fare a Taranto la scelta che è stata compiuta a Trieste e a Genova: fermare l'area a caldo».