Ilva, Casartigiani: autotrasportatori indotto verso il fallimento

Ilva, Casartigiani: autotrasportatori indotto verso il fallimento
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Sabato 21 Novembre 2015, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 13:01
"Le piccole imprese di autotrasporto dell'indotto Ilva sono sull'orlo del baratro economico. Assistiamo a un caos calmo, tutto tace, silenzio assoluto sulla vicenda, nessuno denuncia quello che è accaduto e sta accadendo. Lo sottolinea in una nota Giacinto Fallone, presidente Sna Casartigiani Taranto, ricordando che "nel gennaio di quest'anno dopo ben 46 giorni di sciopero, le aziende che hanno il contratto con Ilva hanno firmato un accordo, in parte scritto in parte verbale, con i commissari che prevedeva un anticipo sul vecchio e nuove modalità contrattuali per le neo commesse dopo l'attivazione delle procedura amministrazione straordinaria".



La protesta terminò dopo "l'ulteriore promessa dell'affidamento di maggiori lavori di trasporto alle aziende tarantine direttamente interessate nella vicenda Ilva". Ma quell'accordo, precisa Fallone, "era completamente diverso da quello sottoscritto dalle associazioni nazionali di categoria, perché noi tarantini siamo, o pensiamo di esserlo, più bravi e piu' furbi". Casartigiani ha deciso di "denunciare la situazione pubblicamente e sul tavolo istituzionale con l'azienda, a tutela dei piccoli autotrasportatori che nella Provincia di Taranto non hanno contratto diretto con Ilva: una platea di circa 300 realtà, senza diritti, sottopagate ed a volte non pagate affatto".



Secondo Fallone il "sub-indotto Ilva, a causa della crisi di quest'ultima, entro dicembre chiuderà i battenti, annaspando fra debiti con Equitalia ed istituti bancari, fidi revocati e cambiali. Per questo abbiamo chiesto la ridefinizione e il controllo dei requisiti di tutti i fornitori Ilva del capoluogo ionico e la riapertura di un nuovo bando di gara per l'assegnazione dei contratti in materia di trasporto".
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