I bonifici non arrivano, ponte girevole bloccato

I bonifici non arrivano, ponte girevole bloccato
di Alessio PIGNATELLI
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Martedì 15 Dicembre 2015, 18:09 - Ultimo aggiornamento: 09:20
Ringhiera del lungomare in Città Vecchia occupata, ponte girevole bloccato per metà mattinata. Il presidio dei lavoratori di “Chemipul” e “L’Ancora” si è trasformato ieri in un’accesa protesta a causa dell’esasperazione degli operai.
Dalle 10 e fino a mezzogiorno accessi chiusi alla città e chi proveniva dall’Isola era costretto a svoltare per imboccare il ponte Punta Penna. Eppure, il sit-in sotto Palazzo di Città non lasciava presupporre questa deriva. Per spiegare la rabbia dei lavoratori, occorre fare un passo indietro.

Il presidio annunciato già nei giorni scorsi aveva una finalità: sollecitare la messa in gara di alcuni progetti con un adeguamento per i lavoratori delle due cooperative. Gli operai di Chemipul e L’Ancora si occupano rispettivamente di custodia dei mercati rionali e di pulizie speciali nelle scuole. In quest’ultimo caso, si tratta di sanificazione in edifici esposti all’inquinamento nel quartiere Tamburi.
La trattativa tra lavoratori rappresentati da Salvatore Stasi dei Cobas e istituzioni dura da diverso tempo. In realtà, si è giunti anche a un accordo per inquadrare le caratteristiche dei progetti ed evitare altra macelleria sociale. Al momento, però, le gare non sono state bandite ma c’è qualcos’altro che ha scatenato l’insoddisfazione dei manifestanti.
Ieri, infatti, una scoperta ha fatto divampare gli animi: l’Amiu non aveva inviato a “L’Ancora” la rimessa per tutte le lavorazioni. Più semplicemente, non erano stati inviati i bonifici per alcuni appalti.

Ecco perché, intorno alle 10, i contestatori hanno deciso di occupare prima il Lungomare della Città Vecchia e, successivamente, si sono spostati sul ponte girevole bloccando di fatto l’ingresso a Taranto e provocando molti disagi.
Dopo l’azione di forza degli operai, grazie a delle rassicurazioni, la situazione è tornata alla normalità. E conseguentemente, anche la circolazione stradale.
«Innanzitutto chiediamo scusa alla cittadinanza per aver creato difficoltà - ha dichiarato Salvatore Stasi - questi lavoratori però sono trattati a calci in faccia. Non è possibile che per avere delle risposte certe siano costretti a queste iniziative. Abbiamo rimosso il blocco perché siamo stati tranquillizzati almeno sulla questione dei bonifici».

I lavoratori delle cooperative in questione hanno stipendi da 400, massimo 500 euro al mese. Sulla tredicesima ancora non hanno avuto alcuna notizia e sul motivo principale del presidio non hanno ricevuto garanzie.
Quelle gare riguardano appalti che coinvolgerebbero 18 dipendenti della Chemipul e una quindicina della cooperativa L’Ancora.

«Abbiamo una comunicazione diretta con il sindaco Ippazio Stefàno e l’assessore Francesco Cosa - ha concluso il rappresentante dei Cobas - vorrei sottolineare che si tratta di persone che salvaguardano proprietà comunali per stipendi da fame. Vorremmo almeno che si ascoltassero le loro voci, sono giunti all’esasperazione e bisogna dar loro delle risposte certe al più presto».