Ferì il figlio e gettò la più piccola dal balcone: chiesto il processo

L'abitazione dalla quale la bimba è stata gettata dalla finestra
L'abitazione dalla quale la bimba è stata gettata dalla finestra
di Lino CAMPICELLI
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Mercoledì 13 Marzo 2019, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 08:50

Gravissime lesioni ai danni della figlia, con la speranza di una intera comunità che non siano permanenti. Lesioni non gravi al figlio colpito con un coltello alla gola, in aggiunta ai maltrattamenti ai danni dell'ex convivente e all'aggressione ai danni di un militare dell'Arma che era intervenuto per bloccarlo. È il corredo delle imputazioni di cui dovrà rispondere un 50enne, protagonista nell'ottobre 2018 di uno degli episodi più brutali e agghiaccianti di cui la cronaca tarantina si sia mai occupata.
A carico di questo soggetto, dal quale prese le distanze persino l'allora difensore di fiducia avvocato Nicola Cervellera, è stato chiesto il processo. L'istanza, che sarà esaminata dal giudice dell'udienza preliminare, è stata avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica dottoressa Filomena Di Tursi.
L'uomo risponde di tentato omicidio ai danni dei figli, lesioni gravi, maltrattamenti e resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto condito con una serie di aggravanti che ne rende la posizione particolarmente pesante.
L'episodio è noto a tutti: nella tarda mattinata del 7 ottobre scorso un giovane di 14 anni, accompagnato dallo zio, si presentò nel pronto soccorso dell'ospedale San Giuseppe Moscati con una ferita da arma da taglio al collo: il personale allertò i carabinieri che raggiunsero un appartamento del Paolo VI.
Una volta arrivati in zona, i militari si ritrovarono di fronte a un'altra tragedia: il corpo di una bambina di 6 anni era riverso sull'asfalto dopo un volo di tre piani.
I militari allertarono subito il 118 che condusse la piccola al Santissima Annunziata in gravissime condizioni.
A scaraventarla dal balcone, accertarono gli investigatori, fu proprio il padre: l'uomo reagì così, colpendo i suoi due figli, all'impossibilià di riprendere la relazione con la madre dei ragazzini, dalla quale si era separato.
Una storia tormentata fatta di denunce e di passi indietro, di nuovi allontanamenti e di ulteriori ritorni fino al definitivo addio. I due figli della coppia erano da qualche giorno a casa della nonna paterna dove l'uomo viveva da quando era stato costretto a lasciare la casa dell'ex compagna.
Pur di fronte allo sgomento per ciò che era accaduto, gli inquirenti avevano ricostruito le cause di quella folle reazione. In casa con lui, oltre i figli, c'era inizialmente anche la madre dell'uomo e alcuni familiari. Forse al termine di una discussione, l'uomo aveva attirato a sé il figlio 14enne e lo aveva accoltellato alla gola: un gesto che aveva chiaramente seminato il panico tra i presenti.
Mentre uno dei familiari aveva accompagnato l'adolescente in ospedale, la madre dell'uomo era fuggita in preda alla paura, cercando rifugio in un appartamento di amici nella zona. Con il 50enne sono rimasti altri parenti che avevano tentato di farlo ragionare, e con l'intento di evitare che la situazione degenerasse.
E all'incirca un'ora dopo il colpo inferto contro il 14enne, che per fortuna non aveva subito lesioni gravi, l'uomo si era scagliato contro la figlia di appena 6 anni che era sul divano. Colti di sorpresa, i parenti non erano riusciti a evitare la follia dell'uomo. Poi, il volo di circa 12 metri e l'impatto violentissimo del corpo della piccina contro l'asfalto, che avevano causato gravissimi danni all'organismo.
Immediatamente dopo, i parenti si erano precipitati per strada per raggiungere il corpo della piccola e prestarle soccorso. L'uomo, invece, ne aveva approfittato per barricarsi da solo in casa. Per circa un'ora i carabinieri avevano provato a convincerlo ad aprire la porta, ma senza successo. I militari avevano poi sfondato la porta e parte del muro per entrare nell'appartamento. E lo avevano immobilizzato: non senza fatica e non senza conseguenze per un vice brigadiere.
 

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