L'ex arbitro Casarin dà ragione a Piccoli: "Io avrei concesso il gol al Lecce"

L'arbitro Abisso al var
L'arbitro Abisso al var
di Antonio IMPERIALE
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Martedì 14 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:10

Capita, specialmente il lunedì mattina, di ascoltarlo dai microfoni di Mamma Rai. Parla Paolo Casarin ed è un po’ come sentire il vangelo arbitrale, sui dilemmi, i dubbi, le contraddizioni di un calcio che continua ad alimentare polemiche per ciò che poteva essere e non è stato, per una vittoria che magari qualcuno ritiene rubata, per una sconfitta che brucia per via del rapporto fra l’uomo in nero e quello strumento tecnologico che dovrebbe fugare ogni dubbio, e che invece spesso li mette, i dubbi, sul tappeto di finali che si portano lo strascico velenoso dei punti che si ritengono persi e che lasciano il segno sulla classifica e sugli investimenti di una società.
Lo puoi chiamare “Sua Maestà la giacchetta nera”, Paolo Casarin, voce di grande autorevolezza, all’età di 83 anni, una vita tutta in copertina, al vertice del mondo arbitrale. Non solo il fischietto, ma anche la parola, il coraggio di dire sempre quello che pensa, magari anche pagandone le conseguenze, come gli è accaduto. Arbitro e uomo con la spalla dritta. Una vita da protagonista in campo, ben duecento partite in divisa, l’esordio in un Bologna-Torino del 1971, l’ultima una Juventus-Fiorentina, campionato 1997-98. Grande statura internazionale con il Mondiale del 1982, finali e semifinali nella competizioni europee, e designatore degli arbitri in Italia,dal 90 al 97, e nei mondiali del 94, membro delle Commissioni arbitrali Uefa e Fifa. Premio Mauro alla carriera. Anche dirigente di una squadra di calcio, il Parma, e opinionista di radio, televisioni, giornali.

Il calcio è cambiato

Gli arbitri in Italia, oggi. Il suo calcio, il calcio di oggi «Un calcio in continua evoluzione Noi siamo per tradizione quelli che, al mondo, fischiano di più, sono più generosi nei rigori. È comunque, quello di oggi, un calcio che prova ad essere uniforme in tutto il mondo, con le inevitabili difficoltà, Per quanto riguarda gli atteggiamenti arbitrali, il nostro eccedere nella concessione dei rigori, per certi versi fa ridere il mondo, molto probabilmente paghiamo la storica tendenza al protagonismo». Può essere che questo peccato di protagonismo stia pesando anche sulla gestione del Var? «Può essere, naturalmente. Lo si avverte talvolta nei rapporti fra arbitro e chi gestisce lo strumento tecnologico. Il Var è uno strumento importante se utilizzato con intelligenza ad aiutare un arbitro che magari involontariamente sta commettendo un errore grave che può pesare sull’esito della partita».
E allora gli ricordiamo che il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, appena sabato scorso, dopo il “caso Piccoli”, con il gol concesso dall’arbitro e annullato dal Var in un clima di grande festa, senza recriminazioni da parte dello stesso Milan, ha detto: “Il Var per il quale mi sono speso, rischia di diventare diabolico per l’uso che se ne fa”.
In effetti la chiamata dell’arbitro da parte del Var Guida di Torre Annunziata, a giudicare dagli atteggiamenti sul campo, è sembrato abbia colto di sorpresa e stupito gli stessi milanisti. «Il pestone se c’è cattiveria, se è grave può portare le sue conseguenze disciplinari. A volte per televisione poi non si capisce un tubo. Se non c’era cattiveria, comunque avrei deciso sulla effettiva efficacia negativa della decisione, avrei lasciato proseguire e quindi concesso il gol. L’arbitro evidentemente non aveva seguito l’azione, diversamente non avrebbe fatto niente, invece si è adeguato a quello che ha detto il Var. Attenzione, prima ho detto che abbiamo fatto ridere con la concessione facile dei rigori. Io ho l’impressione che ci sia lo stesso peccato di protagonismo anche con il Var».
Da profondo conoscitore del mondo del calcio, Casarin esprime poi un parere positivo su questo campionato nella zona retrocessione «L’Empoli ha fatto un bel colpo a Napoli ,è una squadra che gioca bene, come altre.

Gioca molto bene il Lecce. Sarà un bel campionato sino alla fine».

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