Lecce, una vittoria in dodici giornate. Rischio sfiducia, ora conta l’aspetto mentale

Lecce, una vittoria in dodici giornate. Rischio sfiducia, ora conta l’aspetto mentale
di Tonio DE GIORGI
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Lunedì 31 Ottobre 2022, 05:00

Cosa succede a questo Lecce? O meglio: cosa deve succedere perché sia la squadra che vuole Baroni? L’allenatore continua a ripetere le stesse cose da settimane, auspicando un miglioramento soprattutto in fase offensiva; predicando coraggio, determinazione, attenzione. Contro la Juventus il Lecce ha fatto vedere ancora una volta i propri limiti. I giallorossi vanno a corrente alternata. Hanno dato l’illusione di poter indirizzare la partita in un certo modo: in 17 minuti hanno provocato quattro ammonizioni dei giocatori bianconeri, ma via via la Juventus ha preso le misure alla squadra leccese dimostrando una tenuta nervosa propria di giocatori di esperienza. La scintilla non è scoccata. Fino al 44’ del secondo tempo Szczesny è rimasto a guardare. Nessun tiro nello specchio da parte del Lecce. Della fase offensiva si è già detto tanto, ma i risultati non arrivano. Dopo dodici giornate è un aspetto da migliorare. Il principale. Perché per vincere bisogna fare gol. La formazione di Baroni è in difficoltà nei metri in cui deve squarciare le difese avversarie. Ceesay e compagni hanno segnato solo nove reti. Peggio dei giallorossi ha fatto solo la Sampdoria con sei gol all’attivo. Da settimane l’allenatore del Lecce Baroni va ripetendo che bisogna migliorare la fase d’attacco, che si può migliorare solo con il lavoro. Ma il lavoro non sta pagando.

Morale da ricostruire

Da cosa dipende allora? Nessuno lo sa meglio di Baroni che tiene il polso della squadra. A lui il compito di trovare una soluzione. In fretta. Una manovra, quella offensiva, alla quale devono contribuire anche centrocampisti e difensori con licenza di offendere. Un problema di manovra. Di movimenti. Non un dettaglio comunque. Si è già detto che la squadra giallorossa è giovane, la più giovane della Serie A. Nove undicesimi della squadra scesa in campo dall’inizio contro la Juventus è alla prima esperienza in Serie A. Anche questo fa parte, come dice Baroni, del percorso di crescita della propria squadra. Una rosa costruita, come ha detto Corvino, scommettendo pure sulle idee laddove non si poteva farlo economicamente. Se il dazio da pagare è questo, è bene sperare e combattere fino alla fine. Senza rischiare, però, di entrare in un tunnel di sfiducia. Perché l’assenza di risultati spesso porta a questo. E il Lecce in dodici giornate di campionato ha vinto solo una volta, per giunta fuori casa a Salerno (che è un ottimo risultato) e mai in casa, dove colleziona pareggi (4) e sconfitte (2). Mai una gioia al “Via del Mare”, mai i tre punti vitali per costruire la salvezza. Serve gente che sappia garantire maggiore temperamento alla squadra. Senza essere risucchiata dai primi eventi negativi che in una partita possono capitare. In classifica, in attesa delle partite di oggi, il Lecce resta a un punto dallo Spezia battuto dalla Fiorentina. Mentre la Cremonese, sempre ultima, ha pareggiato contro l’Udinese, agganciando momentaneamente il Verona. I veneti, oggi, in caso di successo sulla Roma, potrebbero raggiungere il Lecce quart’ultimo posto e mettersi alle spalle Sampdoria e Cremonese. Serve reagire.

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