Soci, giocatori, tifosi: parla il presidente Sticchi Damiani: «Lecce, il futuro è assicurato»

Soci, giocatori, tifosi: parla il presidente Sticchi Damiani: «Lecce, il futuro è assicurato»
di Lino DE LORENZIS
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Domenica 24 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:10

Il big-match con il Pisa, la voglia di conquistare la serie A, il grande lavoro fatto per patrimonializzare l’organico e al tempo stesso alleggerire il monte ingaggi complessivo della squadra, lo stato di “salute” del club con particolare riferimento anche al clima che regna attualmente tra i soci del sodalizio di via Colonnello Costadura. A poche ore dalla partita che può valere un’intera stagione, il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani ha deciso di scendere in campo e di tranquillizzare tutto l’ambiente attorno alla squadra giallorossa, soffermandosi per circa 45 minuti sui temi più cari alla tifoseria leccese.

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Presidente, in questi giorni c’è un grande entusiasmo intorno al Lecce. Il Salento aspetta con trepidazione la gara di lunedì al Via del Mare contro il Pisa e per l’occasione ci saranno circa 25mila spettatori. Se lo aspettava?
«Che dire, è una risposta straordinaria, pazzesca del Salento che ancora una volta ha voluto essere al fianco di questi ragazzi protagonisti fino a questo momento di un campionato strepitoso. Ora siamo dinanzi alla stretta finale ed è giusto che la gente spinga e che questi ragazzi sentano il beneficio, l’energia e l’entusiasmo di tutto il popolo giallorosso».
Lei come sta vivendo questo momento?
«Come lo vive ogni tifoso del Lecce. All’inizio della stagione avremmo dato qualsiasi cosa per poter vivere una situazione del genere, con la possibilità di essere padroni del nostro destino a 270’ dalla fine della stagione regolare. Non bisogna dimenticare che in estate, e anche successivamente, tanti club hanno investito molte più risorse di noi ed ora ce li ritroviamo alle spalle. Noi del Lecce, dai dirigenti ai soci, dai calciatori agli allenatori fino al nostro meraviglioso pubblico abbiamo unito le forze per colmare il gap rispetto a chi invece ha costruito organici più ambiziosi ed attrezzati ed ora ci apprestiamo a vivere una partita in clima dall’entusiasmo a dir poco pazzesco, forse incredibile».
Il Salento ha risposto ancora una volta “presente”, non crede?
«È proprio così. La risposta del territorio è stata straordinaria e non parlo solo di chi vive nella provincia di Lecce o in quelle limitrofi. Noi salentini siamo all’incirca un milione di persone e alcune migliaia, pur essendo sparse in giro per il mondo, non hanno mai smesso di amare il Lecce. Lunedì al Via del Mare ci saranno 25mila tifosi di fede giallorossa ma sono certo che la partita sarà seguita con trepidazione anche davanti alla tv, in tutto il mondo, poiché il nostro è un territorio con un senso d’appartenenza unico. E’ difficile trovare situazioni analoghe nel resto d’Italia e parlo anche della serie A. Grazie di cuore a tutti per l’affetto che state dimostrando nei confronti del Lecce».
Tecnico e squadra come vivono questi giorni che separano dal match col Pisa?
«Lo staff tecnico e tutti i ragazzi sono rimasti colpiti da tutto questo affetto e sanno bene quanto sia importante questo traguardo per la gente. Da presidente mi sento di assicurare che i ragazzi daranno tutto sul campo e suderanno la maglia perché ci tengono tantissimo».

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Dopo la sconfitta di Reggio Calabria è tornata a circolare la voce di sempre, ovvero “il Lecce non vuole andare in serie A”. Cosa può rispondere agli scettici?
«È un concetto davvero fuoriluogo, mi verrebbe da dire ridicolo. Per noi la serie A sarebbe un’occasione di ulteriore crescita considerato che, grazie al grande lavoro svolto in sede di mercato da Corvino e Trinchera, oggi abbiamo una rosa di proprietà composta da 23-25 calciatori giovani di qualità, ragazzi affamati di calcio. Di conseguenza, dal punto di vista tecnico avremmo una base da cui partire e poi eventualmente intervenire per rinforzare l’organico con alcuni innesti mirati. Magari non chiederemmo a Pantaleo di andare in Islanda per pescare talenti alle nostre condizioni economiche, ma in mercati più certi. Inoltre, abbiamo eliminato tutti gli esuberi contrattuali e parlo dei vari Paganini, Pisacane e lo stesso Corini. Questo è il progetto tecnico, anche sul piano economico però la promozione in serie A darebbe grande beneficio al club, per cui per il Lecce è sicuramente un’occasione da giocarsi con tutte le forze e tutte le energie. La serie A è un treno che va preso altro che chiacchiere».
Presidente, attualmente qual è il clima tra i soci del Lecce calcio? E può spiegare la situazione relativa ai debiti contratti dal club? 
«Il clima tra i soci è tranquillo. Quanto alla storia dei debiti della società invece questo è un argomento già affrontato pubblicamente in più occasioni. I due anni del Covid sono stati tremendi e ci aggiungo pure i contratti che ci siamo trascinati dalla serie A. Siamo riusciti però a razionalizzare in questi anni i costi allestendo una rosa giovane e forte ma dai costi contenuti. Basta dire che l’intera rosa attuale costa quanto 5-6 calciatori dell’ultima serie A. E questo è stato il primo step. Il secondo, come abbiamo già detto, deve essere l’allargamento della base sociale. Siamo felici dell’ingresso di Luciano Barbetta e non escludiamo un secondo ingresso, pure importante, in società. Infine, il terzo step, e lo abbiamo sottolineato proprio in occasione della presentazione del nuovo socio Barbetta, potrebbe essere quello di conquistare la promozione in serie A e, una volta raggiunta, lavorare per consolidarci perché questo aiuterebbe ancora di più a riportare in equilibrio i conti del club, come del resto è sempre stato nei primi cinque anni della nostra gestione prima delle sofferenze degli ultimi due anni. Ma diciamo che le soluzioni sono a portata di mano».
Di che tipo di debiti si parla?
«Entriamo nel concreto della questione per dire che sono debiti nei confronti della nostra banca, la Bpp, e che a fine anno si estingueranno da soli perché controbilanciati dai crediti relativi a diritti televisivi e contributi della Lega di B. Poi ce ne sono altri che sono comunque garantiti dagli sforzi dei soci, di tutti i soci. Perché nel Lecce calcio siamo tutti soci finanziatori e in questi due anni, ognuno per le sue quote, ha garantito per le passività che si sono registrate. Come abbiamo ribadito, da tempo abbiamo messo in atto la strategia per la risalita al termine del lungo periodo del Covid. Non facciamo finta che queste passività non esistano come magari fanno in altri club».
Poco meno di un anno fa, in conferenza stampa, lei aveva auspicato l’ingresso nel Cda del Lecce calcio del socio di riferimento De Picciotto. E’ rimasto solo un auspicio o cos’altro?
«Come ho detto prima, tra noi soci il clima è sereno. Ricordo che solo un mese fa, in una lunga intervista rilasciata al Nuovo Quotidiano di Puglia, Renè De Picciotto espresse la sua soddisfazione e la volontà di continuare a far parte di questo progetto. In questo momento il Consiglio di amministrazione del club è in regime di prorogatio proprio perché abbiamo fortemente voluto l’allargamento della base societaria, per giunta senza prendere nemmeno un euro delle quote cedute. Per questo motivo, il discorso della rappresentanza del dottor De Picciotto nel CdA è stato solo rinviato. Ribadisco comunque che c’è grande sintonia nel progetto».
Quindi, i tifosi possono stare tranquilli e concentrarsi sulla partita di lunedì con il Pisa?
«Sì, dobbiamo pensare solo a quello, non era nemmeno la settimana giusta per andare ad affrontare certi temi. Però, una volta che sono usciti, bisognava chiarire, resettare tutto e dire che la situazione è del tutto gestibile ancora una volta con i sacrifici dei soci che non sono mai mancati in questi anni e che non mancheranno nemmeno in questa occasione».

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