Il Lecce affida a Gargiulo le chiavi della mediana

Il Lecce affida a Gargiulo le chiavi della mediana
di Tonio DE GIORGI
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Mercoledì 8 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:42

Il centrocampo del Lecce ha cambiato un paio attori, ultimamente ne sono arrivati altri con caratteristiche diverse. Uno di questi è Mario Gargiulo. Segni particolari: “tuttocampista” come chiesto da Baroni. E Pantaleo Corvino, il responsabile del mercato giallorosso nella lunga conferenza stampa tenuta alcuni giorni fa aveva sottolineato quale principale caratteristica debbono avere i rappresentanti della linea mediana per il Lecce di quest’anno. E lo ha fatto aprendo pure gli archivi personali, dal Casarano alla Fiorentina, da Raffaele Quaranta a Felipe Melo o a Donadel e Brocchi. Non piedi raffinatissimi, ma ciò che bastava per dare la necessaria schermatura al reparto difensivo. «La qualità bisogna ricercarla avanti» è stata la conclusione di Corvino.

Ecco Mario Gargiulo

In attesa di vederlo all’opera con gli schemi di Baroni, i numeri della passata stagione dicono che in 35 presenze ha segnato otto gol e dettato due assist. Per un centrocampista non sono pochi. E se qualcuno rimpiange Mancosu c’è da sperare che l’ex Cittadella non perda il vizio del gol e sia più utile, insieme ai compagni di reparto, a fare da schermo alla difesa. «A Cittadella ha dimostrato di essere un giocatore affidabile e abbastanza concreto sotto porta. Dopo la partenza di Henderson (a cui Gargiulo dice di assomigliare più che a Mancosu,) abbiamo deciso di prendere un giocatore con determinate caratteristiche, forse lui è poco appariscente, ma molto efficace – ha detto invece Stefano Trinchera, direttore sportivo del Lecce durante la presentazione di ieri mattina-. Ama muoversi senza palla, attaccare la profondità e la porta. E gli riesce anche bene. Siamo contenti di averlo preso, ha il fuoco dentro, è motivato». Un calciatore che racconta di essere partito da zero, dalle scuole calcio di quartiere nella sua Napoli al Brescia dove è cresciuto nel settore giovanile. Al Cittadella, il primo anno, è stato fermo tre mesi per un infortunio senza però demordere. «So cosa vuol dire sacrificio. Il mister neanche mi vedeva – dice -, mi dava dieci, quindici minuti, però mi sono ritagliato il mio spazio. Ogni volta che entravo cercavo di fare il massimo. A Cittadella ci è sfuggita la Serie A, ma non abbiamo rimpianti perché abbiamo dato tutto.

Quando la squadra è unita, lotta su ogni pallone e ha fame di vittorie, non puoi rimanere deluso. Per arrivare in alto il gruppo deve essere unito, anche chi ha poco spazio. Ho visto che ci sono giovani tecnici, maturi. E Baroni è un allenatore molto preparato e ti fa sentire importante anche nei momenti difficili. Questo suo lato umano mi piace molto».

Obiettivi e ruolo

Rispetto a Cittadella troverà un’altra pressione, un’altra spinta da parte di un pubblico che saprà essere prezioso alleato. «Sono sincero: non mi sarei mai aspettato di venire a Lecce perché è una società molto ambiziosa, che pretende tanto e ha dei tifosi incredibili – ammette -, però l’esperienza di Cittadella mi ha fatto maturare molto. In campo metterò tutte le mie qualità, darò il massimo». In che posizione? È lui stesso a schierarsi. «Nel 4-3-3 ho fatto sempre la mezzala sinistra o anche il trequarti sotto la punta. Le mie caratteristiche sono quelle di un giocatore che ha gamba, forza, si butta negli spazi, provo sempre il tiro in porta, poi il resto lo vedrete in campo. Se sono qui è anche grazie a me». Il centrocampista giallorosso, acquisito a titolo definitivo è alla sua prima esperienza al Sud. «Se sono qui un motivo c’è – continua -, ho accettato con entusiasmo la proposta del Lecce, sono molto carico. So bene in che piazza mi trovo e se l’ho accettata penso di essere pronto». E il suo debutto sarà a Benevento, venerdì. «Mi aspetto una partita molto difficile – conclude -, combattuta. Noi dobbiamo guardare a noi stessi e poi i risultati arriveranno».

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