"Fidatevi di Baroni", i compagni nel Lecce di Mazzone condividono la scelta del club

"Fidatevi di Baroni", i compagni nel Lecce di Mazzone condividono la scelta del club
di Antonio IMPERIALE
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Lunedì 31 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 21:45

«Bentornato, Marco». Questione di ore ma è già in onda una sinfonia dell’amicizia. Un viaggio emozionale attraverso quei magnifici anni Ottanta, gli anni di Carletto Mazzone, di Franco Jurlano e Mimmo Cataldo, una proiezione sull’oggi che viviamo, sul domani pallonaro del Lecce che riparte dopo l’amarezza della serie A smarrita nel mare delle incertezze finali. Il Lecce che affida ora proprio a lui il sogno post-pandemico, a Marco Baroni, da Firenze, colonna portante di quella difesa di una squadra strepitosa capace di sbarcare, con il secondo posto, in A e di recitare un ruolo importante, il nono posto nella massima serie. 

Il nome giusto

«Ricordi, Marco?». C’erano anche loro in quel Lecce di Barbas e Pasculli, e di un Antonio Conte che si affacciava con presenze ancora discrete al balcone di una carriera da favola, c’erano anche Checco Moriero, Roberto Miggiano, Dario Levanto. Tutti convinti che il compagno di squadra di allora, che da Lecce andò a vincere lo scudetto e la Supercoppa italiana con il Napoli di Diego Armando Maradona, può lenire le ferite primaverili dell’ultimo Lecce e regalare altri giorni di gloria al Salento. «Io non so - dice con l’onestà che gli è propria Checco Moriero -se alla fine Marco, come gli auguro e mi auguro, sarà ancora un vincente. Pazzesco pretendere di fare il profeta di fronte alla imprevedibilità del calcio. Credo nelle scelte della società, di Pantaleo Corvino, e credo perciò che sia la scelta giusta. Il fatto che sia stato un giocatore molto importante per il Lecce è un bel punto di partenza». Marco Baroni quasi come un fratello per Checco. L’anno della promozione diretta, 1987-88, 35 presenze il difensore, 35 presenze l’estroso attaccante, 3 gol Baroni, 3 gol Moriero.

Con Moriero compagni di camera

C’è di più: «Io lo ricordo con molto affetto - dice il grande campione leccese -. Era il mio primo campionato nei professionisti e lui era più grande di me e si prese cura di me. Eravamo compagni di camera, lui mi consigliava su tutto. Era un grande difensore dotato di ottimo fisico e tecnica. Conquistammo la serie A e lui fece la differenza. L’anno successivo, conquistammo il nono posto che è ancora il miglior piazzamento in serie A nella storia del Lecce. Marco disputò un grandissimo campionato tanto che il Napoli lo comprò e lui vinse ancora tanto». In serie A con il Lecce Baroni aveva segnato proprio al Napoli e alla Lazio. «Ci rivediamo quasi tutti gli anni - dice ancora Checco Moriero - al Centro Federale di Coverciano e per me è sempre un grande piacere rivederlo».  Roberto Miggiano, recita un pezzo della formazione di quel Lecce di serie A, nel quale segnò due gol tutti al Pisa, uno all’andata, uno al ritorno: «Miggiano-Baroni-Righetti, eravamo un bel trio difensivo. Con Marco, grazie anche a Marco, ho vissuto i miei migliori anni con il Lecce. La promozione dalla serie B, e poi da grandi in serie A. Baroni ragazzo semplice, con la battuta toscana sempre pronta, molto positivo, con umiltà mise a disposizione esperienza e grandi capacità. Fu determinante nei due anni. Credo che un allenatore che da calciatore ha vissuto grandi esperienze difensive, possa essere importante per un Lecce che ha subito caterve di gol. Baroni, lo ha dimostrato col Benevento, è propositivo nel gioco ma garantisce compattezza difensiva, il suo è un gioco concreto, produttivo sul piano dei punti.

Carletto Mazzone gli ha lasciato grandi segni, soprattutto sulla capacità di caricare la squadra, di gestire lo spogliatoio. Anche se da persona intelligente avrà fatto tesoro di tutte le esperienze».

La fase difensiva

Nel Lecce dei tanti leccesi c’era anche Dario Levanto, che recentemente ha fatto il secondo di Vanoli, altro leader di quelle stagioni, nel Bisceglie. «Ricordo il gol di Messina per quell’importantissimo pareggio alla penultima giornata, prima del trionfo interno con il Parma avviato proprio da un gol di Baroni. Marco, nonostante fosse ancora giovane, gestiva il suo ruolo di difensore centrale con l’autorevolezza del veterano, si capiva che sarebbe stato un leader sul piano tecnico-tattico e su quello caratteriale. Stava molto bene in un gruppo che era già straordinario. Marco veniva a trovarci a Cutrofiano, il mio paese, all’Happidè. Erano anni di un calcio diverso, un po’ ruspante, un po’ romantico. Mazzone, Jurlano, Cataldo erano gli uomini di quel tempo. Da allenatore sta dimostrando personalità e chiarezza di idee. Non credo che il Lecce avrà ancora la porta bucata come negli ultimi due anni. E farà ugualmente bel gioco. Corvino è uno che vede a 360 gradi. Il rapporto umano di Baroni con la nostra città può essere fondamentale. Perché si tratta di ammortizzare adesso le delusione per la promozione mancata. Uno come Marco credo che sia importante in un momento così delicato».

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