Presentato Sasà Campilongo, prende forma il nuovo Taranto

Presentato Sasà Campilongo, prende forma il nuovo Taranto
di Carlo Greco
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Sabato 21 Novembre 2015, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 13:07

TARANTO - L’esonero di Michele Cazzarò aveva creato un vuoto, anche se la scelta di esonerarlo non poteva essere derogata, ma sulla panchina del Taranto ora c’è Salvatore Campilongo, un curriculum vitae importante sia da giocatore che da allenatore. C’era anche qualche altro nome, alla fine però è risultato lui il più idoneo a sostenere il progetto del Taranto, che fin qui ha subìto un declino per via dei risultati. Se l’obiettivo resta un campionato di avanguardia ci può ancora stare, ma vincere il girone per salire in LegaPro, resta l’impresa più difficile. Da allenatore e da giocatore ha vinto tanto, facile per lui scegliere una piazza come Taranto, piuttosto che Pomigliano.



Il nuovo tecnico rossoblù è stato presentato ieri alle ore 11 nella sala stampa dello “Iacovone”, una conferenza di trenta minuti circa, in cui soprattutto si sono chiarite certe situazioni e la scelta caduta sull’allenatore napoletano. La presidente Elisabetta Zelatore, parla per prima, raccontando tra le pieghe cosa è cambiato e cosa potrebbe cambiare. «Campilongo è giunto a Taranto con piacere, pungolato dal suo procuratore, il tarantino doc Gianni Prete. Abbiamo effettuato il cambio perché c’erano dei problemi: gli ostacoli si superano sempre con passione e con amore».

Come la stessa presidente ha affermato, ciò che ha dato al calcio è tanto e ciò che darà, lo farà esclusivamente per la nostra città ed alla sua progettualità. Per arrivare sull’ex centravanti del Venezia, il diesse Francesco Montervino ci ha impiegato due giorni, da domenica a martedì. «Si doveva risolvere questa situazione, imprevista ed imprevedibile, gli faceva certo piacere allenare in una piazza come Taranto, ha un curriculum professionale da tecnico e da calciatore di tutto rispetto. È importante avere idee chiare, abbiamo scelto lui perché ci può dare un futuro e qualcosa in più sotto differenti aspetti, per cui crediamo sia andata bene ed andrà poi benissimo, lo abbiamo sotto contratto per un lungo periodo».

Salvatore Campilongo è stato fortemente voluto dal Taranto. «Ho sempre cercato di stare sulla panchina rossoblù e di recente mi hanno più volte contattato, ma anche quando giocavo più volte mi hanno prospettato di vestire la casacca rossoblù e purtroppo non è stato possibile. Evidentemente questa era l’occasione giusta ed in questa città si possono fare grandi cose, anche un futuro migliore ed una categoria maggiore, in quanto il Taranto non merita solo la Lega Pro, ma almeno la serie B. So che non è facile: un tecnico sta sempre su una panchina traballante, ma credo che ci siano gli ingredienti giusti e cioè bravi giocatori, tecnici come Redavid e Spagnulo davvero superlativi, ma si deve fare tanto per uscire da questa fase di stallo ed è il campo il giudice supremo».

Allora il Taranto era nel destino di Salvatore Campilongo: ha rifiutato squadre come Juve Stabia, Viterbese e Pomigliano, ma l’importante è allenare con la sua idea di calcio. «Non credo di avere la bacchetta magica e di risolvere sùbito i malesseri del Taranto, ma devo fare ancora della valutazioni sull’intero gruppo, due sedute sono davvero poche per comprendere tutto. Conosco alcuni giocatori della squadra come Chiavazzo, Alvino e Verdone, ma devo vedere come rispondono tutti insieme. Sono stato in formazioni anche più blasonate, non mi spaventa niente, si deve lavorare sodo e sudare e così si può riportare la gente allo stadio, nel frattempo prometto il massimo impegno per permettere di raggiungere i vari obiettivi».

Dopo la sconfitta di Aprilia la crisi si è resa evidente ed è parsa irrimediabile, come pure era necessario far qualcosa, ma quale è l’umore del gruppo? «Sono un po’ preoccupato, però quello che si vuole non è solo un salto di categoria calcistico e sportivo, ma anche culturale, sociale ed economico della città».

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