Teatro, “Pezzi d’uomo”, ovvero il maschile allo specchio. A Lecce lo spettacolo diretto da Fabrizio Saccomanno

Teatro, “Pezzi d’uomo”, ovvero il maschile allo specchio. A Lecce lo spettacolo diretto da Fabrizio Saccomanno
di Giorgia SALICANDRO
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Mercoledì 8 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:52

Uomini “tutti d’un pezzo”, come vorrebbe la tradizione, o uomini a pezzi, rappresentanti di una generazione deputata a percorrere il guado di una crisi di ruolo epocale, uomini che riflettono sugli uomini. “Pezzi d’uomo” si intitola lo spettacolo, per la regia di Fabrizio Saccomanno, che debutta questa sera alle 20 al Teatro Paisiello di Lecce ma che fa già parlare di sé, tanto da aver fatto in poche ore il tutto esaurito. Lo spettacolo è prodotto da Ura Teatro in collaborazione con il Polo biblio-museale di Lecce, con il patrocinio del Consiglio regionale della Puglia e con il sostegno di Comune di Lecce, Regione Puglia e Teatro pubblico pugliese. Sette uomini e una domanda (aperta) sul patriarcato: Matteo Rocco Carbone, Riccardo Lanzarone, Simone Miglietta, Fabrizio Pugliese, Giuseppe Semeraro, Fabio Zullino, Guido Celli, diretti da Saccomanno portano in scena dubbi e cliché, abitudini e nevrosi, assiomi culturali, aspirazioni, confidenze, tentativi, in un esperimento artistico che coincide con un insolito “gruppo di autocoscienza” tutto al maschile, davanti allo specchio (in frantumi) dell’umanità occidentale contemporanea.

Perché questo progetto?

«L’idea di partenza era quella di affrontare le questioni di genere concentrandoci sulla violenza dell’uomo contro la donna, ma diveniva più interessante fare un passo indietro e lavorare sulla sfera del maschile. Il tempo del patriarcato sembrerebbe terminato per sempre nella società occidentale, a differenza di altre zone del mondo dove persiste ancora in una maniera estrema e virulenta. Ma non è così: dopotutto, c’è ancora una certa violenza che si innesta nel tessuto culturale, da cui nessuno è immune e di cui siamo tutti vittime».

Uno spettacolo costruito in itinere, attraverso l’apporto attivo degli attori, chiamati anche a essere “uomini”, persone. Come è stato condotto?

«Lo spettacolo è infatti “di e con” tutti gli attori in scena, con la consulenza di Giulia Falzea e Gianluigi Gherzi, e il mio intervento.

C’è con noi anche Guido Celli, un poeta incredibile che solitamente porta sul palco i suoi versi, ma che qui è alla sua prima prova di attore. È una drammaturgia viva, “da palco” come si dice in gergo. Ho posto delle domande precise agli attori-autori, a partire dalle quali sono state sviluppate delle improvvisazioni che ci hanno permesso di trovare le parole e delimitare alcuni temi chiave, a volte andando a scovare il maschilismo laddove non ci si aspetterebbe mai che possa annidarsi».

Per esempio?

«Nei modi di dire, nei comportamenti che a noi sembrano “naturali”, o innocui, ma che non lo sono per niente, e spesso sono anzi modi violenti di interagire con le persone, con un retroterra di dominio. C’è un momento ad esempio in cui Giuseppe Semeraro, rivolgendosi a un’assenza che intendiamo essere una donna, dice semplicemente: “ti è piaciuto?”. Ecco, imbatterci in quella frase è stato un momento rivelatore, su cui poi ci siamo interrogati. Sembrerebbe all’apparenza banale, forse anche un gesto di cortesia, di “carineria”, ma invece rivela un intero universo di relazioni interpersonali viziato da questioni che passano dall’“essere maschio” dei maschi».

Dove vi hanno portati queste riflessioni?

«In realtà bisognerebbe allargare ulteriormente il raggio, ma affrontare tutto in un solo spettacolo è impossibile. Un tema per me cruciale è il sacrificio di Isacco da parte del padre Abramo, richiesto da Dio padre, un padre ancora “più grande”. Il patriarcato è una questione che riguarda anche i rapporti degli uomini con altri uomini, che ci è stato tramandato sostanzialmente da tutti i monoteismi. Ma l’attività predatoria dell’uomo viene dalla notte dei tempi. Oggi, nel mondo occidentale, trova una sua peculiare manifestazione nelle relazioni del capitalismo con le risorse del pianeta terra. Il tema è davvero infinito, noi abbiamo provato a prenderne alcune ramificazioni e ad esplorarle senza pregiudizi».

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