La forza di Enza, il nuovo volto di Celeste nel film di Paolini

La forza di Enza, il nuovo volto di Celeste nel film di Paolini
di Alessandra LUPO
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Lunedì 1 Luglio 2019, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 17:58

Altro che attrice non professionista: dopo aver conquistato il pubblico come protagonista nei due ultimi film di Edoardo Winspeare, Celeste Casciaro è ormai un'artista apprezzata anche all'estero.
E lontana dalle atmosfere di Disperata, ha saputo interpretare la sindaca Enza in Amare Amaro, il film del regista italo-francese Julien Paolini, girato in Sicilia.
Il suo personaggio è l'equivalente di Creonte, il re di Tebe che in Antigone ordinò che nessuno osasse dare una sepoltura onorevole al fratello Polinice e si scontrò contro la fidanzata del figlio Emone, decisa a seppellire il fratello pagando con la vita. L'idea del regista è stata quella di riprodurre una Antigone moderna in Sicilia.
Il film oggi sbarcherà al festival di Taormina, in un periodo particolare visto che intanto sempre in Sicilia un'altra Antigone, la capitana della Sea Watch, Carola Rackete, si trova ai domiciliari per aver violato il divieto di ingresso nel porto di Lampedusa da parte del governo italiano.
Quella interpretata da Celeste è una figura forte, volitiva, ma nel film le sue certezze si sgretolano di fronte al dolore che le sue scelte da sindaco dal pugno di ferro stanno provocando alla sua amata figlia, interpretata da Virginia Perroni. 


Il film concorre nella categoria Feature Film Competition per 5 premi, tra i quali il Cariddi d'oro del miglior film. Amare Amaro sarà mostrato in anteprima internazionale al 65simo festival di Taormina questa sera alle 18 al Palazzo dei congressi Sala A, subito dopo la conferenza stampa di Nicole Kidman e prima del suo premio alla carriera. La pellicola è stata girata in provincia di Palermo tra Belmonte Mezzagno, Terrasini, Balestrate, Carini e Cinisi con il sostegno della Sicilia Film Commission e la produzione esecutiva siciliana di Vincenzo Cusumano.
La trama è quella di un classico della tragedia greca calato nella contemporaneità: Gaetano (Syrus Shahidi), il figlio del fornaio, ha deciso di sfidare l'autorità del sindaco del villaggio, una figura oscura vicino al mondo della malavita: seppellirà il suo defunto fratello con la sua famiglia a tutti i costi. 
Così come il Capo di Leuca rappresentava un luogo dell'anima e se vogliamo un sud astratto e archetipico, la Sicilia per il regista rappresenta l'Italia ma in modo più intenso, più cinematografico, più moderno perché costituita da una comunità più mista e i suoi contrasti sono dunque ancora più forti. Il titolo italiano del film Amare la terra amara esprime questo rapporto di amore e odio del siciliano con la sua terra. «Palermo non è stata una scelta casuale perché a Palermo le storie di Omero si fondono con le leggende metropolitane - racconta il regista -. In quanto capitale dell'integrazione e vero e proprio laboratorio europeo, questa città, con i suoi valori, è riuscita a concretizzare quello che a Parigi, ancora oggi, sembra lontano e che è comunemente chiamato il vivere insieme».
Nominata per il Nastro d'Argento come migliore attrice nel 2014 per In grazie di Dio, che l'ha portata nei festival di tutto il mondo, da Sundance a La Mostra di Venezia, Celeste Casciaro smette dunque i panni di musa del marito regista Edoardo Winspeare e si concede un ruolo profondo e difficile, che sembra tagliato apposta sulla sua intensa presenza scenica, permettendole di svelare altri aspetti del suo talento.

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