Ex Ilva, respinto il ricorso di Mittal contro l’amministrazione straordinaria. Ispezione interrotta. I commissari: «Non abbiamo avuto informazioni utili»

Venerdì 2 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 11:31 | 3 Minuti di Lettura

Le dichiarazioni

«Sull’ex Ilva - ha dichiarato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso - abbiamo creato intorno all’azienda, al suo indotto e ai nostri lavoratori tutto quello che era possibile mettere in campo per garantire la continuità produttiva e occupazionale e, ci auguriamo, per rilanciare la siderurgia a cominciare da Taranto». «Ci sono segnali importanti ed evolutivi sui crediti che le imprese dell’indotto avanzano da Acciaierie d’Italia, ex Ilva, e che ammontano a diverse decine di milioni”, dichiara il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma. «L’approvazione in Consiglio dei ministri di un secondo decreto legge, questa volta però dedicato solo all’indotto, è stato un passaggio significativo - commenta Toma -, ma ancora più importanti sono state le interlocuzioni che ho avuto col ministro Urso e i tecnici del ministero delle Imprese e con i vertici di Mediocredito centrale. Dal Mediocredito mi hanno confermato che è già partito, insieme ai tecnici ministeriali, un lavoro finalizzato a cercare una soluzione per la cessione in prosoluto dei crediti dell’indotto siderurgico. Il Governo ha dato infatti una indicazione chiara sull’adozione del prosoluto e nelle prossime ore Mediocredito centrale ci dirà tecnicamente come si deve procedere. Positivo poi è la copertura assicurativa che garantirà Sace. Individuata fino al 70% di un importo massimo di crediti pari a 150 milioni di euro, garanzia che sarà a condizioni di mercato a favore degli istituti finanziari cessionari». Secondo Confindustria Taranto, «non possiamo avere ancora la certezza, ma se si seguirà questa strada, così come ci è stato prospettato, e le imprese saranno ristorate dei crediti maturati verso l’ex Ilva e allevieranno così la propria sofferenza finanziaria, si sta facendo un lavoro rilevante. Che sino a qualche giorno fa non immaginavamo nemmeno. Il dato importante è che tutte le aziende saranno ristorate. Penso che il Governo stia facendo un buon lavoro e diamo atto al ministro Urso di essersi impegnato molto per l’indotto di Acciaierie». «Non sospendiamo per ora alcuna protesta, le nostre attività restano ferme, e attendiamo di valutare gli ulteriori miglioramenti al decreto - commenta Fabio Greco, presidente di Aigi -. Sappiamo che ci sono cambiamenti. E che sono state inserite anche le grandi imprese. Intanto al Tribunale di Milano, dove Acciaierie si è rivolta per ottenere la protezione dai creditori, il tecnico esperto incaricato della composizione negoziata della crisi, ha detto che il piano di AdI, alternativo all’amministrazione straordinaria, può essere accettabile. Quindi bisognerà vedere cosa deciderà il giudice delegato e anche attendere cosa accadrà il 6 febbraio, giorno entro il quale Acciaierie dovrà rispondere a Invitalia sull’amministrazione straordinaria».
Critiche vengono invece dai trasportatori di Casartigiani, Confartigianato e Cna che hanno scritto ai ministri Urso e Calderone. «Siamo costretti a rimarcare come le soluzioni proposte non siano in linea con le esigenze espresse dal vasto mondo produttivo che rappresentiamo. In particolare, del tutto insufficienti appaiono i prospettati strumenti di sostegno, che in alcun modo forniscono risposta alla principale delle necessità espresse: quella di soddisfare i crediti frutto di un lavoro responsabilmente svolto, ma mai remunerato», affermano. Mentre per Dario Iaia, deputato di FdI, sostiene che «il Governo Meloni, a differenza di chi ha gestito le vecchie crisi industriali anche a Taranto, fornisce risposte concrete alle imprese».

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