Droga e soldi dei narcos nei ristoranti di mezza Europa: «Ci ha rovinato il Pos»

Giovedì 4 Maggio 2023, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 09:33 | 2 Minuti di Lettura

Roma

Ma non c’è solo la coca. A Roma in un appartamento in via della Farnesina gli uomini del clan, intercettati dal Ros, contavano i soldi da dividersi. Il “nero” realizzato nel locale di Ponte Milvio e nei cinque ristoranti in Portogallo. E si lamentavano, perché l’obbligo del Pos aveva arrecato danni notevoli: «C’abbiamo perso un milione di euro». Annota il gip: «I due si lamentano dei pagamenti effettuati tramite Pos, circostanza che limita notevolmente il margine di manovra per distrarre somme dagli incassi della società». È il 22 novembre del 2021, quando Francesco Giorgi e Francesco Nirta «offrono ulteriori elementi in ordine alle divisioni mensili tra i soci del contante proveniente sia dal circuito dei ristoranti portoghesi, sia dalla gestione del ristorante romano; i due ripercorrono le spartizioni dei mesi precedenti, fino a giungere a quella più recente del mese di ottobre, mensilità durante la quale i quattro membri del gruppo hanno percepito una quota pro capite pari 16.135 euro». Si rammaricano: «Nel 2018 - dicono - erano 29mila euro di spartizione, 116mila abbiamo diviso, 29mila euro a testa. Proprio, in assoluto è stato nel 2017, 48mila euro a testa. Ci siamo divisi 194 mila euro». E sostengono che un risultato analogo avrebbero conseguito anche nel 2021 senza le chiusure dovute alla pandemia «Ci ha rovinati, che se era con il lavoro normale, ci saremmo divisi un sacco di soldi». Le verifiche hanno consentito di dimostrare che Domenico Giorgi, arrestato ieri, fosse il dominus di un vero e proprio “impero”, composto da una società italiana (la “Caffè In srl”) che controlla il ristorante “Antica Trattoria da Pallotta” di Roma, e da nove società portoghesi con cinque ristoranti in Portogallo, i cui proventi confluiscono in una cassa comune e vengono suddivisi tra i soci, anche occulti.

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