Covid, vaccini aggiornati disponibili a inizio ottobre: il ministero accelera dopo il boom di contagi

L’obiettivo: doppia iniezione contro il Coronavirus e contro l’influenza

Covid, vaccini aggiornati disponibili a inizio ottobre: il ministero accelera dopo il boom di contagi
Covid, vaccini aggiornati disponibili a inizio ottobre: il ministero accelera dopo il boom di contagi
di Mauro Evangelisti
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Martedì 19 Settembre 2023, 21:41 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 08:48

Scatta l’accelerazione della campagna vaccinale contro il Covid mentre la diffusione del virus si espande con un incremento settimanale dell’incidenza al 40 per cento. E i numeri sono assai sottodimensionati perché da quando non è più obbligatorio l’isolamento c’è un minore ricorso ai test, ma anche alla successiva comunicazione dell’esito nel caso dei “fai da te”. I decessi di persone che risultavano positive al Covid, tra il 7 e il 13 settembre, sono stati 99, più del doppio di due settimane prima, quasi tutte over 80. Va detto che i contagi stanno crescendo in tutta Europa e anche negli Usa. L’altro giorno il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha confermato: le prime dosi dei vaccini aggiornati alla nuova variante (XBB.1.5 comunemente chiamata Kraken) saranno disponibili già la prossima settimana. Per ora solo quello di Pfizer-BioNTech ha completato il percorso autorizzativo, successivamente ne arriveranno altri.

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SCENARIO
Attorno al 25 settembre arriveranno le prime forniture, poi ci saranno i tempi tecnici per la distribuzione in tutta Italia e per l’organizzazione nelle varie regioni (a cui il Ministero della Salute ha già scritto dicendo di tenersi pronte e velocizzare l’organizzazione).

Si vuole accelerare per due motivi: per proteggere rapidamente i soggetti più fragili, ma anche per fare sì che il cittadino che si va a vaccinare possa nello stesso giorno ricevere sia l’iniezione anti Covid sia l’antinfluenzale. Ad esempio nella Regione Lazio aspettano le prime 200 mila dosi all’inizio di ottobre, entro novembre si arriverà a 500 mila. Le Marche hanno annunciato che la doppia vaccinazione (anti influenzale e anti Covid) scatterà dal 12 ottobre. Per essere chiari: non esistono più strumenti come il Green pass per convincere le categorie a rischio a vaccinarsi, ma la circolare del Ministero della Salute ricorre, così come per l’anti influenzale, alla formula della «raccomandazione». Il richiamo è suggerito a chi ha 60 anni o più di 60 anni, agli ospiti di strutture per lungodegenti, alla donne incinte, agli operatori sanitari, a persone più giovani ma con elevata fragilità. Inoltre, è consigliata anche a familiari di persone con gravi fragilità. Dove si può ricevere il vaccino, precisando che è garantito gratuitamente anche a chi non fa parte di queste categorie e decide comunque di rafforzare la protezione? Ovviamente gli hub sono un ricordo del passato, sono stati chiusi e non esistono più. I punti di riferimento sono i centri vaccinali, gli studi dei medici di base e le farmacie.

Ma quanto è preoccupante la situazione? Il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, fa questa sintesi: «Deve esserci un allerta professionale, non tra la gente. Giusto vigilare per valutare l’evolversi della situazione di un virus che ha caratteristiche stagionali. Da una parte abbiamo un’ampia immunità di popolazione, nonostante le nuove varianti, dall’altra però il sistema sanitario andrà in sofferenza se la corsa del Covid sarà parallela a quella dell’influenza. Gli ospedali in passato erano in difficoltà quando c’era il picco influenzale, immaginiamoci cosa può succedere se sarà coincidente con quello del Covid. Se servirà, dovremo essere pronti a ripristinare l’obbligo di isolamento per i positivi. A me preoccupa però uno scarso impulso alla campagna vaccinale. L’Italia ha opzionato 11 milioni di dosi (9 di Pfizer, 2 di Novavax), temo che non saranno sufficienti».

CORSA
Ma davvero il numero dei casi positivi sta aumentando in modo sensibile? Gimbe, la fondazione che da inizio pandemia monitora l’andamento dei contagi, ha diffuso un report nel quale spiega: «L’infezione corre di nuovo e colpisce soprattutto fragili e over 80. In 4 settimane i contagi sono saliti da 5.899 a 30.777, i ricoveri in area medica da 697 a 2.378. La campagna vaccinale va avviata subito se vogliamo evitare un sovraccarico delle strutture sanitarie. Il vero rischio è la tenuta della sanità pubblica, profondamente indebolita». Precisa Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe: «L’incidenza era di 6 casi ogni 10 mila abitanti a inizio luglio, nell’ultima settimana è arrivata a 52. Sono numeri bassi, ma ampiamente sottostimati perché il sistema di monitoraggio di fatto poggia in larga misura su base volontaria». Dall’ultima ricerca è emerso che la variante più diffusa è la Eg.5 (Eris), ma c’è un’altra verifica in corso per avere dati più attuali. I vaccini aggiornati comunque proteggono anche dalle ultime varianti. I malati gravi sono in maggioranza over 80. I ricoverati in terapia intensiva, sia pure in crescita, sono 78. Le regioni con la più alta incidenza del Covid sono il Veneto, la Campania, la Lombardia e il Lazio.
 

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