Continuano a viaggiare a due velocità e con ritardi "sparsi" i dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità sull'epidemia. Il numero dei decessi sulla pagina internet del sito è fermo ai calcoli del 16 dicembre scorso: 63.573 vittime. I morti nel frattempo sono arrivati a 73.029, il 3.53% di tutti casi diagnosticati finora. Anche le tabelle sulla distribuzione geografica dei pazienti deceduti e quella sulle vittime fino a 50 anni dfi età (solo 737, per fortuna: cioè l'1% del dotale delle persone uccise dal virus) sono aggioranate, apparentemente, a due settimane fa. Le note che accompagnano i numeri avvertono che «i dati di sorveglianza sono in continuo aggiornamento e le attività necessitano di tempi per essere esplicitate». Quasi quindici giorni sono pure sempre quindici giorni.
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L'Istituo Superiore di Sanità, che ha sede in viale Regina Elena a Roma, presidente Silvio Brusaferro, direttore generale Andrea Piccioli, mostra invece tabelle più tempestive sul totale dei casi.