Rifiuti, l’ultima beffa di Raggi: multa l’Ama e incassa la Tari

Rifiuti, l’ultima beffa di Raggi: multa l’Ama e incassa la Tari
Rifiuti, l’ultima beffa di Raggi: multa l’Ama e incassa la Tari
di Mario Ajello
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Domenica 13 Settembre 2020, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 19:02

ROMA Sarà pure prevista dal contratto di servizio tra il Campidoglio e la municipalizzata della spazzatura la possibilità della multa. Ma la sindaca che sanziona l’Ama, cioè il Comune che punisce se stesso - dopo tante giravolte di amministratori delegati sempre nominati, dismessi e avvicendati dalla Raggi - per i disservizi nella raccolta dei rifiuti è un paradosso amaro. L’ennesima beffa a cui i romani, che con o senza multa per l’Ama patiscono l’immondizia per le strade, sono condannati a partecipare. Non meritando nessuna, e sono troppe, delle piaghe che la cattiva amministrazione infligge a questa città e a chi ci vive, condividendo purtroppo il territorio con i cinghiali che rivoltano i cassonetti e pasteggiano sui marciapiedi. L’ultimo caso a Balduina, ma ormai è quasi dappertutto così e i cinghiali partecipano festosamente al ciclo sbagliato dei rifiuti. 

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POVERE NARICI
Multa di 5 milioni per i disservizi del 2019. Ma le contravvenzioni, tra trattenute e sanzioni, per il 2017 erano arrivate a 8,2 milioni e per il 2018 ancora di più: 10 milioni. L’intollerabile cortocircuito sta nel fatto che i romani che pagano la Tari più alta d’Italia (300 euro) in cambio di niente si vedono trattenuti (cioè sottratti) quei soldi dal Comune, il quale certificando con una multa il disservizio Ama si tiene i quattrini. Con il risultato di lasciare i cittadini con le tasche vuote e i cassonetti stracolmi, anche di topi e gabbiani, e senza netturbini intorno. Molti di loro, il 25 per cento, per motivi fisici e personali sono considerati inidonei al lavoro che dovrebbero svolgere e il risultato di questa e delle altre anomalie comunali è sotto gli occhi e nelle narici di tutti. La Roma papalina alla vigilia della Breccia di Porta Pia puzzava di cavolo ma ora è peggio! E basta affacciarsi sui social per vedere quanto una tassa pagata a vanvera sia capace di far sentire i romani ingiustamente truffati da un Comune che non funziona, che non sa far lavorare la sua azienda dei rifiuti, che non è riuscito in 4 anni a risolvere uno dei problemi più odiosi per la comunità. Quello della continua emergenza civile e sanitaria, dovuta al trionfo dell’immondizia che marcisce e che trasforma una metropoli in una discarica. E’ questo che ci meritiamo?
I romani meriterebbero di essere risarciti per i soldi che gli vengono fatti sprecare in cambio di niente, per la Tari che viene loro chiesta salatamente senza un corrispondente servizio all’altezza della Capitale e in linea con quelli che funzionano - lì sì - nelle altre metropoli che non hanno meno spazzatura di noi ma più professionalità e capacità gestionale nel trattarla in tutti i suoi passaggi, dalla raccolta al riciclo, alla produzione di energia con i rifiuti che a Roma producono non ricchezza ma degrado.ù
 
UTENTI SENZA UTENZA
La stesso Campidoglio che certifica che la “sua” Ama non risponde al compito che le è assegnato avrebbe l’obbligo di trovare forme di compensazione in favore dei cittadini, non inchiodandoli al super-tributo e tartassandoli meno. Ti do poco, quindi non posso tassarti molto e più di qualsiasi altro cittadino italiano: ecco il contratto di servizio che andrebbe stipulato tra il Campidoglio e i romani. Sui quali pende, per sovrappiù, la spada di Damocle della richiesta da parte dell’Ama - senza soldi e senza mezzi e se il Comune dove averne sprecati già una montagna non ci mette altri 300 milioni vengono portati i libri dell’azienda in tribunale - di un aumento e non di una diminuzione della Tari. Una beffa nella beffa. In una città, questa, dove forse il fallimento più eclatante, tra i tanti in corso, è il seguente: la sindaca aveva detto che entro il 2022 avrebbe portato la quota della differenziata al 70 per cento, e siamo invece soltanto al 45 per cento. E fermi ai vecchi proclami della Raggi che irresponsabilmente annunciava: «Non faccio discariche, perché tra poco tutta la spazzatura romana sarà differenziata». Magari la stanno facendo, cassonetto per cassonetto, i cinghiali. Più presenti dei camion di raccolta dei rifiuti: i compattatori sono circa 400, molti sono difettosi, e quando va bene il 40 per cento sono fermi in garage o rotti. 
E dunque una vergogna procurata, non solo cittadina ma nazionale trattandosi della Capitale, va in qualche modo risarcita agli utenti senza utenza. 
Ma

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