Le strisce pedonali sono un po' sbiadite. Le linee continue e tratteggiate si riescono a notare ma solo con profonda difficoltà. E quando è notte, poi, attraversare la strada diventa un'impresa perché le consolari, specie nei rettilinei, vengono scambiate per piste da corsa. Queste alcune delle scene tipiche delle strade romane: pericoli che, messi uno dietro l'altro, trasformano una passeggiata in una sorta di percorso a ostacoli per cercare di andare al lavoro o tornare a casa.
In totale dall'inizio dell'anno si sono contati 156 morti a Roma per incidenti stradali, di cui 33 pedoni. «Sono delle vere e proprie esecuzioni - dice Francesca Chiodi del Movimento diritti dei pedoni - Sono tantissimi i problemi della viabilità della Capitale.
LA MAPPA
Lungo le strade romane restano ancora piccole lapidi o crocifissi che ricordano le persone che lì hanno perso la vita. E la lista delle vittime si allunga sempre di più. Nella mappa della città ci sono alcune strade note per essere state il teatro degli incidenti più pericolosi. Oltre a via del Teatro Marcello, nell'elenco ci sono via di Portonaccio, via Casilina, largo Preneste, via della Magliana, e poi via Cristoforo Colombo, via Nomentana, Corso Francia. Silvia Frisina è la presidente dell'Afvs, l'Associazione familiari vittime della strada. Anche lei è preoccupata per questo susseguirsi di incidenti. «Ora si corre molto più del periodo pre-Covid - dice - La distrazione alla guida è la prima causa della mortalità su strada, la seconda è la velocità. Serve una maggiore formazione per tutti, sia per chi guida, sia per chi va a piedi. Ma sono anche necessari maggiori controlli e più interventi sulle infrastrutture. In sostanza, ognuno deve fare qualcosa».
Proprio l'Afvs ha proposto il progetto "Ruote ferme, pedoni salvi" per l'istituzione della figura dell'assistente pedonale. «Vorremmo coinvolgere direttamente le persone che hanno commesso reati in violazione del codice della strada per assistere i pedoni - dice Frisina - La prefettura ha chiesto mesi fa al Campidoglio le sue osservazioni. La polizia locale ha risposto, stiamo aspettando quella di Roma. È più che mai prioritario intervenire». E da Palazzo Senatorio fanno sapere che un'interlocuzione è in corso proprio con la prefettura per capire «la reale fattibilità del progetto inserendolo tra le pene alternative».