RIETI - "Ho cercato di tirare su le lacrime, ma non è stato facile. Volevano per forza uscire". Ljuba compie quarantacinque anni dopodomani, tutto pensava tranne di festeggiarli così. La guerra scompiglia quotidianità e rapporti, sconvolge consuetudini. E se è vero che ogni conflitto è legato alla cattiveria umana, è anche vero che c'è anche tanta generosità, a far da contraltare. "Sono a Greccio dal 2001 - racconta Ljuba, ucraina di un paesino distante circa 20 chilometri da Ivano-Frankivs'k. "Sono partita per le difficoltà della vita, cercavo una possibilità. A Roma, alla stazione di Piramide, una signora mi disse che sapeva di un lavoro come badante in un paese vicino Rieti. Non mi sono fatta troppe domande e sono partita, avevo solo 150 dollari in tasca, non sarebbero durati a lungo". Il messaggio di pace e accoglienza che arriva dal paese del primo presepe non tradisce, e Ljuba racconta di essersi sentita subito a casa. "Non capivo una parola d'italiano, mi hanno insegnato tutto, passavo le giornate a consultare il vocabolario. È stato difficile, ma i grecciani sono stati una grande famiglia, e per dimostrarlo non servono tante parole". Quella stessa accoglienza, gli abbracci complici e i discreti aiuti arrivano anche adesso, in un ciclo storico e familiare che beffardamente si ripete. Dopo il bombardamento dell'aeroporto di Ivano-Frankivs'k, avvenuto la scorsa domenica, anche la figlia Romana decide di partire per l'Italia. "Le bombe erano a soli 3 km da casa sua, suonavano le sirene giorno e notte, gli aerei volavano di continuo. La situazione non era più sostenibile, tanti più che il paese si trova esattamente sulla strada per Kiev".
La partenza. La partenza è veloce, il viaggio lungo e difficile. E Greccio, ancora una volta, accoglie. "Abbiamo saputo dell'arrivo della figlia e dei nipotini di Ljuba, ci siamo occupati di sbrigare tutte le procedure burocratiche, logistiche e sanitarie", spiega il sindaco Emiliano Fabi. "Fatte le opportune comunicazioni ad Asl, Prefettura ed enti vari e predisposto il graduale inserimento a scuola dei bambini, abbiamo voluto anche dare un segnale comunitario, per far percepire affetto e vicinanza da parte della comunità grecciana".