Vaccini con AstraZeneca: dopo lo stop europeo, è caos richiami per 90mila tra prof e forze dell'ordine

Vaccini con AstraZeneca: dopo lo stop europeo, è caos richiami per 90mila tra prof e forze dell'ordine
di Paola COLACI
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 12:20

«Chi ha fatto già il vaccino AstraZeneca non ha ragione di essere preoccupato, questa è una pausa solo precauzionale. I vaccini sono e restano l'arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili». Lo ha detto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo al webinar Online Talk Sanità Strategie per la Riforma del Sistema e Vincere la Pandemia. Ma in Puglia è già rischio caos in vista della programmazione dei richiami a più di 90mila tra docenti, personale della scuola e forza dell'ordine. La somministrazione delle seconde dosi del farmaco dovrebbe essere avviata già a partire dalla prossima settimana. Ma le Asl pugliesi sono in attesa di indicazioni più certe da parte della Regione e del Dipartimento di Prevenzione. Disposizioni che dovrebbero arrivare dopo il via libera dell'Ema (Agenzia europea del Farmaco) atteso per domani. Ma tant'è.

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L'IMPATTO. Lo stop preventivo al siero dell'azienda biofarmaceutica anglo-svedese fino alla valutazione dell'Ema, come era prevedibile, non avrà solo un impatto significativo sul nuovo piano vaccinale nazionale. Ma sembra avere già prodotto un vero e proprio effetto a valanga tra quanti sino a due giorni fa hanno ricevuto proprio la prima dose di vaccino AstraZenca. Circa 7 milioni di italiani. Compresi 80.300 pugliesi, tra docenti e personale della scuola. «Del resto la Puglia è la Regione che ha vaccinato di più docenti» ha confermato nelle scorse ore anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Ma anche le 12.900 unità di personale delle forze dell'ordine, militari e forze di Polizia.

Tutti soggetti ai quali a partire dallo scorso 20 febbraio è stata inoculata la prima dose di vaccino. Gli stessi soggetti che entro 28 giorni dalla prima somministrazione - il protocollo in utilizzo alle Asl pugliesi fa riferimento proprio alle 4 settimane di distanza - dovrebbero ricevere la seconda dose di AstraZeneca. Già a partire dalla prossima settimana, dunque. Compresi i 17mila docenti in lista in provincia di Lecce e le 7mila unità di personale scolastico inserite negli elenchi della Asl di Brindisi. Al momento, tuttavia, non è dato di sapere se la sospensione del farmaco imposta da Ema e Aifa resterà solo un provvedimento temporaneo. E in questo caso, la somministrazione potrà riprendere senza ulteriori slittamenti. In caso contrario, le Aziende sanitarie locali su indicazione del Dipartimento Prevenzione della Regione dovranno individuare una soluzione alternativa per garantire l'immunizzazione ai 92mila pugliesi già coinvolti nella campagna vaccinale. A partire dalla possibilità di far slittare la seconda somministrazione che, come recita la scheda tecnica del farmaco, potrebbe essere inoculata sino a dodici settimane dalla prima. Entro tre mesi, dunque. Ma al momento gli esperti non escludono neppure l'ipotesi di richiami da effettuarsi con farmaci diversi.

L'IPOTESI. «Il vaccino di AstraZeneca si basa su un vettore virale ed è lo stesso principio con cui è costruito il vaccino di Johnson&Johnson e lo Sputnik russo. Per altri tipi di vaccino, la possibilità di utilizzare due preparati diversi è già stata sdoganata» ha commentato ieri Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene all'Università di Milano e Direttore sanitario dell'Ospedale Galeazzi. A fronte di numerose ipotesi, però, una cosa è certa: «Sicuramente il blocco di AstraZeneca porterà dei ritardi - ha ammesso nelle scorse ore il direttore generale della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone - Abbiamo 10.000 dosi di vaccino in frigorifero, ci auguriamo che il 18 marzo l'Ema possa risolvere ogni dubbio. Sappiamo che i vaccini possono avere delle complicanze, bisogna magari essere più attenti nelle analisi, per garantire la massima sicurezza anche nel percorso vaccinale».

Nonostante le rassicurazioni, però i timori tra i pugliesi non mancano. Dubbi sulla validità del farmaco alimentati anche da alcuni episodi come quello verificatosi nei giorni scorsi al Policlinico di Bari. Un'insegnante, affetta da un problema congenito di coagulazione che predispone a casi di trombosi, è in coma da due giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. Secondo il racconto della sorella, la 42enne avrebbe fatto presente ai medici la sua alterazione prima della somministrazione del vaccino, ma le sarebbe stato detto di non preoccuparsi. «Non si può puntare il dito ma si sentono diversi casi simili in giro, stiamo riportando la nostra testimonianza. C'è solo il sospetto» ha detto la donna.

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