Trivelle, il governo dice no all'election day e fissa il referendum ad aprile.
Emiliano: «Scelta che si può ancora cambiare»

Trivelle, il governo dice no all'election day e fissa il referendum ad aprile. Emiliano: «Scelta che si può ancora cambiare»
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 19:34
No all'election day richiesto da Regioni e ambientalisti. Il Consiglio dei ministri ha fissato il referendum sullo stop alle trivelle per il 17 aprile. Il Cdm ha infatti approvato in nottata il decreto per l'indizione del referendum popolare relativo all'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento.

Nonostante il pressing delle Regioni e anche il sit-in degli ambientalisti che ieri di fronte a Montecitorio hanno manifestato per chiedere l'eletion day e risparmiare 300 milioni di euro, gli italiani saranno dunque chiamati tra poco più di due mesi ad esprimersi sull'unico quesito referendario salvato dalla Corte costituzionale dopo che lo stesso governo, con un emendamento alla Legge di stabilità, aveva accolto buona parte degli altri quesiti, ripristinando il limite delle 12 miglia marine per le attività petrolifere.

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commenta: «E’ una scelta che si può ancora cambiare; è una scelta che evidentemente può essere rimeditata dal governo al fine di consentire a tutti gli italiani di partecipare con una maggiore durata della campagna elettorale e di essere meglio informati su una materia sicuramente complessa. Il tempo in più occorre per consentire di essere partecipi ad un evento importante: perché la democrazia partecipata che il referendum implica è una democrazia che può essere favorita dall’election day, cioè da un’unica giornata in cui si svolgono sia le elezioni comunali che le elezioni referendarie.


Il coordinamento delle Regioni no triv critica la scelta del Consiglio dei ministri: «Evidentemente al Governo manca il coraggio di far scegliere agli italiani>, ha commentato il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza (Pd). «La notte scorsa - è scritto in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa dell'assemblea lucana - ha approvato il decreto per l'indizione del referendum popolare sulle trivelle in mare, fissato per il 17 aprile 2016. In questo modo - aggiunge - non solo si rifiuta l'accorpamento con le amministrative, che farebbe risparmiare 300 milioni di euro, ma si finisce per mortificare ogni possibilià di partecipazione consapevole dei cittadini alla consultazione referendaria, che per sua natura ha bisogno di un tempo utile per conoscere e valutare il quesito che viene posto agli italiani. E due mesi, come tutti possono facilmente osservare, non bastano neanche per aprire la discussione».
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